Sport, 08 luglio 2019

“La scuola deve aiutare di più i nostri nuotatori”

Da quattro anni, l’ex olimpionica italiana, Manuela Dalla Valle, allena nel settore giovanile del Lugano

LUGANO - Da ormai quattro anni è al servizio della Nuoto Lugano, lei è Manuela Dalla Valle, una vera icona in Italia del settore natatorio. Non solo per i riconoscimenti finiti nella sua bacheca ma anche per aver partecipato a ben quattro finali olimpiche.

Un’atleta dalla classe indiscussa, una tecnica molto preparata e dedicata. Ogni giorno la troviamo a bordo piscina: grida, sprona i giovani a dare il massimo in ogni allenamento, metro dopo metro. È molto esigente “ma questa è l’unica condizione per riuscire ad emergere. I ragazzi devono imparare ad affrontare la competizione con la giusta concentrazione e mentalità, solo così potranno riuscire a sfondare”.

Manuela ha esperienza da vendere (e ci mancherebbe altro visto appunto quello che ha vinto in passato lo attesta) e per il Lugano averla ingaggiata costituisce indubbiamente un passo importantissimo per la rinascita del proprio vivaio. La Dalla Valle vuole mettere a disposizione dei talenti luganesi il suo considerevole bagaglio tecnico. Con lei abbiamo voluto tracciare alcune delle tappe più significative della sua carriera e fare il punto della situazione sul nuoto ticinese e svizzero.

Dopo quattro anni trascorsi sulle rive del Ceresio, qual è il suo bilancio?
Direi molto buono. La materia prima non manca, anche se ovviamente ci sono meno ragazzi rispetto alla vicina penisola dov’ero abituata a lavorare. Comunque stiamo progredendo e vedo che i nostri giovani si impegnano molto e questo mi fa ben sperare, anche se poi per gli impegni universitari e scolastici in generale qualcuno abbandona. In Svizzera ed in Ticino sembra un dato acquisito, in Italia le scuole invece vanno maggiormente incontro agli atleti. Si dovrebbe fare anche qui.

È importante soprattutto inculcare la giusta mentalità ai ragazzi, spesso distratti… 
Diciamo che non è un lavoro facile, ma vedo che stiamo riuscendo, poco per volta, a responsabilizzare gli atleti. Siamo severi ma loro capiscano che solo con una certa rigidità durante la preparazione si può arrivare alle gare nelle migliori condizioni.

Esperienza positiva, insomma…
Assolutamente sì, perché il clima dentro e fuori la società è davvero buono e le condizioni di lavoro sono sicuramente confortanti. Anche sul piano umano mi sento bene perché sono ottimamente spalleggiata dai miei colleghi, Paolo Fasani in primis che conosco da tanti anni e che mi ha fortemente voluto quando ha visto che avevo l’opportunità di accettare un nuovo incarico.

Il nuoto ticinese e svizzero hanno la possibilità di diventare protagonisti?
Penso proprio di
sì. Rispetto a quando ero appena arrivata i nuotatori ticinesi ed elvetici in generale hanno compiuto dei tangibili progressi, devono solocontinuare su questa strada e sono convinta che si toglieranno tante soddisfazioni. La qualità è migliorata,lo dicono le prestazioni
individuali e di squadra.

Parliamo di lei: i suoi successi sono innumerevoli e a tutti i livelli, ne vogliamo ricordare due in particolare?
Il primo è quello “firmato” nel 1978, quando ho abbattuto il record dei 200 misti detenuto da Novella Calligaris che è sempre stata il mio mito e che tra l’altro ha seguito quella gara. Non posso nemmeno dimenticare la mia seconda Olimpiade, quella di Seoul perché a Los Angeles c’era stato il famoso boicottaggio da parte di diverse nazioni. Nella Corea del Sud al contrario c’erano tutte le migliori ed il mio ottavo posto ottenuto nei 200 rana ha assunto un grande valore perché ero riuscita a precedere anche alcune atlete dell’ex DDR.

Il nuoto italiano sta andando a gonfie vele in ambito europeo, saprà confermarsi fra due anni alle Olimpiadi di Tokio?
Sarà difficile ma abbiamo le carte in regola per riuscire a far bene. La Pallegrini è una vera trascinatrice ed è tornata a gareggiare ad altissimilivelli. Rosolino e Magnini sono stati dei grandi, ora abbiamo anche Gregorio Paltrinieri che ha nelle corde la possibilità di salire sul podio. Ma ci sono altri nomi che possono emergere, vediamo. Come detto abbiamo alcuni importanti… jolly da far valere.

Il suo avvicinamento al nuoto è stato singolare…
Effettivamente, quando ero ancora piccola, un giorno mia sorella ha rischiato di annegare e nostro padre, qualche tempo dopo, ha voluto correre ai ripari obbligandoci a seguire dei corsi di nuoto. Da quel momento la passione per questo sport è considerevolmente aumentata.

Ogni atleta che si rispetti ha un proprio idolo, lei ne ha uno?
Inizialmente era appunto Novella Calligaris. Quando ”limai” il suo record venne personalmente a complimentarsi. Poi ci sono altri nuotatori, non ho comunque delle preferenze.

Chi volesse avvicinarsi al nuoto cosa deve fare?
Innanzitutto essere pronto a grandi sacrifici, perché solo lavorando sodo – e con tanta passione – si potranno raggiungere certi risultati.

Lei ha avuto tanti allenatori. Quale il migliore?
Sicuramente Romeo Sacchi che mi ha insegnato non solo a nuotare bene ma anche e soprattutto ad acquisire la giusta mentalità e l’ideale spirito di lavoro.

G.M.

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