Svizzera, 06 giugno 2019

Un sito per regalare il proprio voto a uno straniero (ed è legale)

A partire da quest'anno gli stranieri che desiderano votare potrebbero averne la possibilità - e questo senza alcun cambiamento nella costituzione. È ciò che intende proporre una coppia di studenti con il loro progetto “Votetandem”, un sito web in cui gli svizzeri aventi diritto di voto possono “regalare” la loro busta di voto a uno staniero. Dietro questa idea ci sono Vinzenz Leutenegger e Daniel Holler, due studenti di interaction design all'Alta scuola delle Arti di Zurigo.

"La nostra principale preoccupazione è stimolare la discussione sui diritti di voto degli stranieri. La piattaforma rende il tutto reale come mai prima d'ora. La popolazione svizzera può sentire e sperimentare direttamente il diritto di voto degli stranieri. "Oltre agli stranieri, anche i minorenni dovrebbero avere la possibilità di votare.”

Il sito web funziona nel seguente modo: gli svizzeri aventi diritto di voto possono registrarsi sulla piattaforma e rendere disponibili ll loro materiale di voto a uno straniero che vorrebbe votare. La persona votante
inserisce poi dettagli come l'ora e il luogo di una riunione. La persona votante può selezionare uno degli svizzeri disponibili a cedere il proprio voto . Successivamente, i due partecipanti si incontrano e la persona avente diritto di voto cede il proprio materiale di voto alla persona che intende votare, con il foglio di legittimazione firmato.

Il progetto ha però già raccolto qualche critica. Interpellato da “20 minuten”, il presidente dei giovani PLR, Andri Silberschmidt, per esempio, considera problematico l'idea sviluppata dai due studenti: “Ho problemi con questo, se agli stranieri è concesso di andare all'urna, senza esercitare tutti i diritti o gli obblighi, che ha un cittadino svizzero”.

Ma è legale cedere il proprio materiale di voto a terzi? Apparentemente non è illegale, come conferma anche la Cancelleria federale: “Le discussioni pre-voto si fanno anche a tavola, con i famigliari, quindi non c'è nulla di problematico. Certo, tutto deve svolgersi senza minacce, discriminazioni o obbligo”.

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