Jordan Peterson è un professore canadese che negli ultimi è diventato celebre, in particolare per essersi opposto al monopolio della sinistra nel mondo accademico, una realtà che, chi più chi meno, devono far fronte praticamente tutti i paesi occidentali. Salito agli onori della cronaca per essere un oppositore di una controversa legge del governo canadese che obbliga a chiamare le persone secondo il sesso in cui si identificano (per esempio se qualcuno crede di essere donna, si ha in pratica l'obbligo di assecondare la fantasia della persona in questione).
Da allora Peterson è gradualmente diventato una persona di riferimento per tutti coloro che si oppongono ai dogmi della sinistra della diversità, del politicamente corretto e dell'uguaglianza, dogmi che Peterson definisce “derive del post-modernismo marxista”, guadagnandosi un seguito impressionante su Internet e allo stesso subendo feroci critiche da parte dei media tradizionali e del mondo accademico finendo in pratica “all'indice” e diffamato come persona “vicina all'estrema destra” fino a subire proteste e boicotaggi da parte degli ambienti dominati dalla sinistra.
Intervistato da “Russia Today”, Peterson ritiene che l'ossessione della sinistra per l'uguaglianza è destinata al fallimento, sostenendo invece che la soluzione, per le persone che si trovano in difficoltà, è di puntare maggiormente sulla responsabilità individuale e aiutare le persone a crescere in base alle proprie caratteristiche e inclinazioni.
"Per le persone di sinistra tracciare un confine tra ciò che è accettabile e ciò che è inaccettabile è molto difficile", sostiene Peterson in risposta a una