SVIZZERA - Per Lorenzo Quadri la frattura tra centri urbani e resto della Svizzera è ormai un fatto evidente. Nel suo ultimo intervento, il consigliere nazionale prende di mira l’Unione delle Città Svizzere (UCS), che riunisce 134 comuni e, a suo dire, si è trasformata in un megafono della sinistra ideologica. «Il rapporto annuale 2024 dell’UCS sembra copiato dal programma del Partito socialista», scrive Quadri, denunciando prese di posizione “rossoverdi” su dossier chiave come la SSR, la politica climatica e il rapporto con l’Unione europea.
Per il municipale luganese, l’UCS «si è schierata contro la riduzione del canone radiotelevisivo, a favore della sottomissione a Bruxelles e per ulteriori restrizioni ambientali che costano miliardi ai cittadini». Tra gli esempi citati figurano anche l’opposizione alle modifiche del diritto di locazione e la volontà di imporre i 30 km/h in città. Tutte misure, sostiene Quadri, che dimostrano «uno scollamento totale dalla realtà economica e sociale della Svizzera».
Secondo il municipale, le grandi città – tutte governate dalla sinistra, tranne Lugano – non rappresentano più la maggioranza del Paese. «Lo dimostrano i risultati di diverse votazioni popolari, come sull’abolizione del valore locativo o sui limiti di velocità. Le città ro$$overdi vengono puntualmente asfaltate dagli elettori».





