Opinioni, 21 marzo 2019
PADRONCINI, DISTACCATI E SOCIETÀ BUCALETTERE
Un fenomeno che preoccupa il nostro cantone
Che in Ticino ci sia un problema con l’invasione di ditte estere, soprattutto provenienti dal
Belpaese, è lampante. I dati parlano chiaro: centinaia di “società buca lettere” con fatturati
milionari, furgoni senza insegne che ogni giorno varcano i nostri confini ed eseguono lavori senza
emettere uno straccio di fattura, distaccati che prestano qualsiasi genere di lavoro senza nessuna
copertura assicurativa e senza pagare gli svariati oneri sociali che vigono in ogni settore, creano
una concorrenza sleale alle imprese ticinesi, che ogni giorno fanno sempre più fatica a restare sul
mercato del lavoro.
Sono dati preoccupanti. Parlano di un Ticino che non riesce a regolare il settore edile, proprio
perché deve sottostare ad una devastante libera circolazione voluta e sostenuta dai partiti storici,
che lo penalizza assai più degli altri cantoni della Svizzera.
Ammetto che, se arrivano padroncini e distaccati sul nostro territorio, è perché qualcuno li chiama,
attirato dalla differenza di prezzo rispetto alle ditte locali. Dimenticando, però, che i costi del fare
impresa in Ticino sono dettati dalla Confederazione, senza possibilità d’intervento da parte nostra.
I danni
provocati dalla maggior parte di queste ditte al nostro patrimonio immobiliare sono
numerosi. Intere famiglie rimangono danneggiate da opere eseguite male e, quando cercano di
correre ai ripari, si rendono conto di non poter più fare nulla.
A ciò si aggiunge, è chiaro, l’alto tasso di disoccupazione provocato dall’invasione di padroncini e
distaccati, che getta tanti, troppi ticinesi nella disperazione.
E allora, che fare? Mettere sotto pressione la Confederazione per rivedere gli accordi bilaterali
sulla libera circolazione, trovare soluzioni che riconoscano la particolarità del nostro territorio e
della nostra ubicazione geografica, concedere una certa autonomia al Ticino per regolare il settore
dell’edilizia e delle società buca lettere: e questo proprio perché, nel resto della Svizzera, all’infuori
dei Cantoni di frontiera, questo problema non esiste, o è molto circoscritto.
Salvaguardare il nostro territorio e la nostra economia è un diritto e un dovere. Indipendentemente
dal politicamente corretto che Berna pretende di imporci ad ogni costo!
Daniele Casalini
Deputato in Gran Consiglio
Lega dei Ticinesi
CANDIDATO 31, LISTA 14