Ticino, 04 marzo 2019
"Al carnevale di Lugano al bando il kebap"
Il suo nome è Peter Artho, classe 1949, è nato nella regione dell’Emmental da padre sangallese e madre bernese e si è trasferito in Ticino quando aveva cinque anni. Tutti però lo conoscono come “Re Sbroja”, sovrano del carnevale luganese.
E, come a tutti i carnevali più grandi, il Re dà inizio a festeggiamenti con un discorso di apertura, solitamente all'insegna del buonumore e della satira. Il sovrano luganese quest'anno ha invece optato per un discorso più politico del solito, in pratica mettendo “al bando” il kebab e altri alimenti e denunciando neanche tanto velatamente l'islamizzazione del canton Ticino. “
“Non vorremmo che in nome del politicamente corretto - ha scritto il Re - la tradizionale risottata e le caratteristiche luganighe Sbroja fossero sostituite da pietanze

esotiche: couscous e kebab e che in fatto di travestimenti carnascialeschi, ci obbligasse a vestire burka, niqab, abaya e affini”.
Parole che, come detto, appaiono più politiche che all'insegna dell'usuale satira carnascialesca, al punto che il Corriere del Ticino ha ritenuto che Artho sia “andato un pò lungo” e ha chiesto precisazioni su questo punto: “Non penso sia una frase razzista, anche perché loro sono più razzisti di noi”, ha risposto Re Sbroja.
“Quelli del kebab - ha aggiunto il sovrano - penso arrivino qui senza la volontà di adattarsi a noi e ai nostri usi e costumi. Comunque, intendevo dire che, durante il carnevale, bisogna mangiare i nostri prodotti classici e invece adesso la festa è diventata un po’ di tutti e ci sono diverse pietanze non nostrane”.