Mondo, 07 febbraio 2019

Per il presidente del Consiglio europeo i promotori del Brexit andranno all’inferno

Parlando con i giornalisti dopo un incontro con il primo ministro irlandese Leo Varadkar a Bruxelles, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (nella foto) ha detto di chiedersi come sia il posto speciale che avranno all’inferno le persone che hanno promosso l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza avere un piano.

L’Irlanda è una delle parti al centro dello scontro politico britannico che ha fermato l’accordo trovato dalla prima ministra Theresa May e l’Unione Europea, in quanto coinvolta dal meccanismo del cosiddetto backstop, meccanismo che dovrebbe evitare l'introduzione di un confine fisico tra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord a costo però di una notevole cessione di sovranità del Regno Unito sul territorio irlandese, cosa a molti indigesta dalle parti di Londra.

I pesantissimi propositi di Tusk non sembrano essere stata una gaffe, tanto più che quest'ultimo ha poi pubblicato sul suo conto Twitter la stessa frase, per lo più senza nessun contesto.



A gettare benzina sul fuoco ci ha poi pensato un altro alto funzionario dell'UE, Guy Verhofstadt che ha ripres o
il messaggio di Tusk e ci ha aggiunto un altro commento dal tono simile: "Dubito che Lucifero li voglia accogliere, visto quello che hanno fatto al Regno Unito, riuscirebbero a dividere anche l'inferno".



I commenti dei due alti funzionari UE hanno, come ci si poteva attendere, scatenato una valanga di commenti indignati nel Regno Unito. Uno su tutti quello di Nigel Farage, europarlamentare inglese e figura di primo piano tra i Brexiters, il quale commentando il tweet di Tusk ha risposto che "dopo la Brexit, saremo un paese libero di bulli non eletti come lei e potremo decidere il futuro del nostro paese. Per me suona più come il paradiso".



Commenti sarcastici a parte, in un'intervista all'emittente Sky News Farage ritiene che i funzionari UE hanno paura dell'avvento di una Brexit senza accordo e che "stanno sentendo il fiato sul collo dei produttori di auto tedesche, dei viticoltori francesi e dei produttori di cioccolato belga" i quali potrebbero essere duramente colpiti se di colpo fossero introdotte delle tariffe tra Regno Unito e Unione europea.

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