Ticino, 19 novembre 2018
Pagare la disoccupazione ai frontalieri? Col piffero!
La Lega presenta l’iniziativa cantonale. Attendiamo al varco il triciclo PLR-PPD-P$
E intanto nel Canton Argovia, dove i frontalieri sono “solo” 12mila… Ma tu guarda questi argoviesi, che ci sorprendono in positivo.
Malgrado infatti il numero dei frontalieri nel ridente Cantone della Doris sia irrisorio (ca 12 mila), il Gran Consiglio locale ha deciso nei giorni scorsi, con 77 voti contro 50, di sottoporre alle Camere federali un’iniziativa cantonale che chiede alla Confederella di non versare le indennità di disoccupazione ai frontalieri.
Sulla disoccupazione dei frontalieri infatti i ministri degli affari sociali della fallita UE hanno deciso un “cambiamento di paradigma” che, se applicato, sarebbe una catastrofe per gli svizzerotti. Secondo lorsignori ministri la disoccupazione dei frontalieri non la dovrebbe più pagare lo Stato di residenza come ora, bensì l’ultimo paese dove i frontalieri hanno lavorato.
E questi sarebbero gli “amici” europei con cui, a dar retta al triciclo spalancatore di frontiere, dovremmo assolutamente concludere sempre più accordi? Quelli che, sempre secondo la partitocrazia, dovrebbero comandare in casa nostra? Ma andate affan…!
“Bisogna oliare”
La nuova disposizione deve ancora venire esaminata dal parlamento europeo. Si può solo sperare nella sua proverbiale lentezza.
Ma una cosa è certa: se, come è probabile (per non dire garantito) l’europarlamento seguirà la proposta dei ministri, è evidente che i camerieri dell’UE in Consiglio federale caleranno le braghe nel giro di un nanosecondo.
Perché, come ha ben spiegato il tandem PLR-PPD Caprara- Lombardi, a Bruxelles si deve sempre dire di sì; “Bisogna oliare”.
E allora gli argoviesi hanno pensato bene di mettere le mani in avanti. Hanno presentato la loro iniziativa cantonale che chiede di non conformarsi al diktat UE, nel caso in cui arrivasse.
Problema di tutta la Svizzera
Il Canton Argovia ha un problema di frontalieri? No. Le cifre, come abbiamo
visto, sono piccole. Però la nuova imposizione europea graverebbe sulle casse dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD) elvetica per centinaia di milioni di Fr. L’ha detto la SECO (quella delle statistiche taroccate pro-libera circolazione delle persone). E, se la SECO ammette che la situazione è disastrosa, le si può ben credere.
Le centinaia di milioni che uscirebbero dalle casse della nostra AD per pagare le rendite anche ai frontalieri sono un problema di tutta la Svizzera. Ricordiamo che nel 2012 vennero effettuati importanti tagli alle rendite dei senza lavoro svizzeri
(la Lega era contraria) per motivi di risparmio. Però le centinaia di milioni per pagare la disoccupazione ai frontalieri ci sono? Quando i balivi di Bruxelles comandano, le esigenze di risparmio si dissolvono come neve al sole?
Danno doppio
Il Ticino, con 65mila frontalieri, si troverebbe inoltre costretto a potenziare gli uffici regionali di collocamento (URC) per far fronte alle iscrizioni di permessi G. Il conto di questa operazione lo pagherebbe per intero il solito sfigato contribuente ticinese; non la Confederazione. Quindi per noi sarebbe danno doppio. Danno doppio a cui si aggiunge la beffa. Se i frontalieri si iscrivono agli URC, questi devono occuparsi di collocare anche loro. E questo può avvenire solo a danno dei ticinesi.
Inoltre: è evidente che l’AD svizzera non avrà nessuna possibilità di verificare se i frontalieri che percepiscono la disoccupazione elvetica lavorano in nero Oltreramina.
La Lega si muove
Il fatto che Argovia abbia presentato un’iniziativa cantonale dimostra che le conseguenze catastrofiche del “cambiamento di paradigma” dell’UE a proposito della disoccupazione dei frontalieri non sono una balla della Lega populista e razzista.
La quale Lega, chiaramente, non è rimasta con le mani in mano ed ha presentato un’iniziativa parlamentare analoga a quella argoviese. E’ evidente che attendiamo la partitocrazia al varco. Ed è altrettanto evidente che anche i rappresentanti leghisti a Berna torneranno a battere il chiodo.
Socialità: casse svuotate
Intanto il Consiglio federale ha ammesso che – malgrado i soldatini della partitocrazia raccontino il contrario, mentendo – il settore delle assicurazioni sociali rientra eccome nello sconcio accordo quadro istituzionale.
Credere che i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale riusciranno ad escluderlo, è come credere a Babbo Natale. La conseguenza di questa situazione è facile da immaginare. Il nostro stato sociale, a seguito di accordi internazionali del menga, finirebbe alla mercé di tutti i cittadini UE. Proprio come rischia di accadere ora con la disoccupazione. E – colmo dei colmi - a decidere sul saccheggio dei nostri soldi sarebbero dei giudici stranieri.
Ecco i bei regali della partitocrazia PLR-PPD-P$$ e della sua politica della calata di braghe compulsiva davanti a Bruxelles. Ce n’è più che abbastanza per votare sì all’iniziativa “per l’autodeterminazione”! Forza, c’è tempo fino a domenica prossima!
Lorenzo Quadri / MDD