Sport, 17 novembre 2018
Hofmann e Merzlikins fanno i miracoli, ma per il Lugano arriva un’altra settimana in chiaroscuro
2 sconfitte ai rigori, una vittoria piena: i bianconeri non riescono a trovare il ritmo di crociera giusto, anche se i punti arrivano sempre. Le assenze dei centri si fanno sentire, le penalità sciocche iniziano a pesare
LUGANO – Due sconfitte ai rigori, una vittoria piena: 5 punti in 3 partite. La settimana che è andata in archivio è decisamente in chiaroscuro per il Lugano. L’unico vero sorriso è giunto giovedì nella serata del G-Day: una vittoria che non poteva non essere centrata per onorare al meglio il presidentissimo Geo Mantegazza che in settimana ha compiuto 90 anni.
Tornando però all’hockey giocato, i sorrisi della sfida vinta contro il Ginevra – molto più sofferta di quanto possa dire il 5-2 finale – hanno lasciato campo a qualche muso lungo sia martedì, quando i bianconeri si sono inchinati all’Ambrì, che venerdì quando la sconfitta è giunta in quel di Langnau. Due KO giunti entrambi ai rigori, due KO molto diversi uno dall’altro.
Alla Valascia, a parte i primi 5’-6’, il Lugano non ha mai dato segni di lotta, di voler di soffrire. Per dirla con le parole di Walker, il Lugano ha fatto troppo poco per vincere il derby e solamente le parate di Merzlikins lo hanno tenuto in vita fino al 65’! Una sconfitta tutto sommato brutta che ha comunque portato in dote un punto.
Venerdì, a Langnau, è nuovamente giunta una sconfitta ai rigori – davvero stregati in questo momento per i bianconeri – ma Chiesa e compagni hanno di che mangiarsi le mani. In vantaggio per 2-0 dopo il primo tempo, i sottocenerini hanno sprecato, prima di iniziare a soffrire la pressione dei Tigers (una partita che ha ricordato vagamente quella di Bienne del mese scorso). Tigers che sono riusciti a raggiungere il pareggio in doppia

superiorità numerica, a causa di una penalità sciocca, evitabile e sicuramente inutile di Wellinger! Le penalità, le troppe penalità, sono un grande problema in questo momento per questa squadra, nonostante un boxplay di alto livello (del powerplay meglio non parlarne, purtroppo!).
Questo è un Lugano che spreca troppo, leggasi le reti fallite nel supplementare da Vauclair e Wellinger, e che non è neanche baciato dalla dea bendata: il palo dell’intrattabile Hofmann (per il bene suo e dell’ambiente, sarebbe opportuno che il suo futuro venga svelato al più presto, ndr), con Pennenovs ormai fuori gioco, fotografa appieno il complicato momento della truppa di Ireland che, non bisogna dimenticarlo, sta giocando senza i tre centri delle prime tre linee!
Chiaro, gli infortuni non sono mai un’attenuante, mai una scusa, ma sono dati da tenere in considerazione anche per valutare la resa delle varie linee a disposizione dell’head coach. Lo si è visto chiaramente ad Ambrì, un po’ meno a Langnau: in questo momento la scintilla scocca quasi sempre e solo con Hofmann in pista. Gli altri blocchi (fatta eccezione per la quarta che comunque non si risparmia mai) stanno facendo fatica, anche a causa delle assenze di Lapierre e Cunti.
Ora c’è bisogno di fermarsi, di valutare le condizioni degli infortunati di lungo corso e di Fazzini, uscito malconcio dalla sfida della Ilfis, per provare a centrare l’impresa martedì a Goteborg in Champions Hockey League, con la speranza di ritrovare convinzione,forza e un po’ di buona sorte.