Mondo, 05 novembre 2018
"Non vogliamo finti rifugiati", ancora proteste contro i richiedenti l'asilo in Corea del Sud
foto theeconomist
"Rimpatriate i falsi rifugiati ", si può leggere su uno dei cartelloni esposti dai manifestanti nel centro di Seoul in una protesta verso la fine ottobre. Bersaglio del malcontento, riporta il portale The Economist, è un gruppo di 339 yemeniti che erano arrivati durante l'estate sull'isola di Jeju, una località turistica a sud del paese, per cercare asilo dalla guerra civile nel loro paese. "Non li vogliamo qui, e il governo sta solo cercando di zittirci", ha detto un manifestante a un'agenzia di stampa locale.
Le proteste sono state organizzate in risposta alla decisione del governo di negare ai 339 yemeniti lo status di rifugiato, ma ciònonostante ha deciso di permettere loro di rimanere temporaneamente, per motivi umanitari. I richiedenti l'asilo sono arrivati a Jeju perché il governo aveva cercato di promuovere il turismo sull'isola permettendo
alla maggior parte delle nazionalità di visitare senza bisogno, cosa che i richiedenti l'asilo hanno usato per entrare nel paese. Poco dopo il loro arrivo, cominciarono a circolare voci chefra questi richiedenti l'asilo ci fossero anche jihadisti e che alcuni di loro erano responsabili della scomparsa di una mezza dozzina di donne sull'isola.
Non è la prima volta che i sudcoreani scendono in strada per dire di no all'arrivo di richiedenti l'asilo. Già in luglio, con l'arrivo dei primi richiedenti, ci furono proteste (vedi articoli allegati). In diversi sondaggi sulla questione, la maggioranza dei sudcoreani ha detto di essere contraria all'ammissione dei yemeniti. Inoltre una petizione, che nel frattempo ha raggiunto oltre 700'000 firme, ha chiesto al governo di espellere i richiedenti l'asilo e di inasprire o abolire le leggi sull'asilo.