Mondo, 24 ottobre 2018

Abu Dhabi guarda al futuro: turismo e cultura, non solo petrolio

Lo stato del Golfo del Persico si è presentato in Ticino: il numero di svizzeri che decidono di trascorrere lì le loro vacanze è sempre in crescente aumento

LUGANO – Pensi ai Paesi del Golfo, in particolare agli Emirati Arabi Uniti e ad Abu Dhabi, e ti vengono in mente gli immensi grattacieli, le dune del deserto circostante e il lusso, a volte sfrenato. Ma in realtà la capitale degli UAE ha deciso di volgere il suo sguardo verso il futuro, un futuro fatto di grandi cambiamenti.

Il Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi ha voluto presentare questa nuova visione della città nella giornata di ieri a Lugano, incontrando i media. Il motivo? È presto detto: il mercato svizzero è in grande aumento e sempre più cittadini confederati trascorrono le proprie vacanza sull’isola del Golfo Persico. “Nel 2017 la presenza di ospiti rossocrociati è aumentata del 7% rispetto all’anno precedente – ha spiegato Dora Paradies, Country Manager per l’Italia e la Svizzera italiana – mentre nei primi mesi di quest’anno, nonostante la bassa stagione, sono cresciuti addirittura del 14%.. Soggiorni lungi di 4 o anche 6 notti, nettamente superiori alla media di tutti gli altri soggiorni internazionali che si situa intorno alle 2,7 notti”.

Abu Dhabi, quindi, rappresenta una meta interessante, molto richiesta da parte dei nostri concittadini, che a volte la scelgono anche grazie alle tante crociere che fanno tappa negli lussureggianti Emirati Arabi Uniti. Una realtà incredibile se si pensa che in questa zona inizialmente vi risiedevano soltanto i raccoglitori di perle… ma dagli anni ’60-’70
tutto è cambiato grazie, anche perché da quelle parti hanno capito che non potevano e non dovevano puntare solo sul petrolio per crescere. Nacque così una visione incredibile della realtà proiettata al 2030 con la costruzione di nuove città come Doha e Abu Dhabi, appunto, e con l’idea della diversificazione economica posta come uno dei primi obiettivi da raggiungere. I risultati sono stati incredibile: nel 2005 il 41% del PIL non era relativo al petrolio e negli Emirati si spera di raggiungere quota 64% entro il 2030.

Questo grazie al turismo, alla cultura: tutti settori in cui si è investito in maniera importante. Lo scorso anno, per esempio, è stato inaugurato il Louvre Abu Dhabi. Un museo d’arte e civiltà immenso e di grande impatto.

“Ci sono diversi preconcetti relativi al nostro Paese – ha sottolineato Ikram Atitar, Executive International Media Relation del Dipartimento della Cultura e del Turismo – Primo fra tutti: si pensa che sia un luogo dominato dagli uomini, ma non è così. Sono in atti dei grandi cambiamenti”. In effetti gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese molto più liberale rispetto agli altri stati del Golfo, e le donne assumono spesso cariche importanti.

“Con l’avvento del petrolio le possibilità si sono moltiplicate per tutti, donne comprese. Ma sappiamo che quella risorsa non durerà per sempre e quindi stiamo diversificando gli investimenti”, ha concluso.

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