Sport, 25 settembre 2018

“Grazie alla nuova Valascia grandi impulsi e motivazioni”

Alla sua decima stagione di presidenza HCAP Filippo Lombardi guarda avanti

AMBRÌ - Da ben nove anni (10 stagioni) Filippo Lombardi è alla testa dell’Ambrì Piotta. Di acqua, da allora, ne è passata, sotto i ponti.

Una cosa è certa: senza di lui, difficilmente oggi l’HCAP sarebbe ancora in Lega Nazionale A.
Piaccia o non piaccia, Lombardi ha avuto il merito di far fronte ad una grave crisi finanziaria con decisione, coraggio e anche scaltrezza, ha lanciato la sfida “nuova Valascia” (vinta!) ed ha plasmato a sua immagine e somiglianza la società leventinese.

Ma il cammino per uscire definitivamente dalla crisi non è ancora concluso. Con il nuovo impianto, dice Lombardi, l’Ambrì farà l’ultimo passo. lntanto venerdì scorso la squadra biancoblù ha cominciato la sua 33esima stagione consecutiva nella massima serie, una stagione che il club affronta con la consapevolezza di aver ritrovato quella identità perduta nel corso degli anni ma che dal 2017 è diventata l’obiettivo prioritario di tutti: tifosi, staff tecnico e dirigenti. A partire dal “conducator” Lombardi, che quando parla del suo club si fa tradire dall’emozione. Con lui abbiamo parlato del passato, del presente e del futuro dello storico sodalizio leventinese. Partendo dalla stretta attualità, ossia dalla nuova Valascia, un progetto che è sempre stato un chiodo fisso del senatore, un sogno che ha sempre coltivato e che finalmente vedrà la luce quest’anno con la posa della prima pietra nelle prossime settimane nella zona del vecchio aeroporto.

Dopo una lunga ed interminabile attesa, ecco finalmente arrivare la nuova Valascia...
L’abbiamo fortemente voluta, perché indispensabile per restare in Lega Nazionale A e direi che l’abbiamo conquistata con grande determinazione! Ora la nuova Valascia deve diventare un vero polo d’attrazione per tutta la regione del San Gottardo. I nostri intenti sono stati capiti da molte persone che di riflesso hanno dato una mano. Dalle banche agli enti sussidianti, ai privati.

Da ultimo è arrivato il “regalo” di Rocco Cattaneo che, per festeggiare al meglio il ventesimo di fondazione dell’Area Autostradale City di Quinto, ha prestato un milione di franchi, somma convertibile in azioni per il nuovo impianto.
È stato sicuramente un gesto importante . Da qualche mese avevamo iniziato le trattative che finalmente hanno trovato la loro conclusione. La nostra gioia è la conferma che diversi operatori, come appunto Cattaneo, hanno capito la bontà dei nostri propositi.

La nuova Valascia è stata strutturata per 3000 posti seduti e 4000 in piedi… 
Diciamo che in sostanza alle partite “normali” ci dovrebbero essere circa seimila spettatori, ossia 3000 seduti ed altrettanti in piedi, un giusto equilibrio, tranne gli incontri più importanti che prevedono anche l’apertura di un nuovo “anello” della pista che contiene altri 1000 posti in piedi. Questa proporzione corrisponde in sostanza alla filosofia che ha sempre avuto l’Ambrì per la Valascia, infatti ci sono ancora molti giovani che intendono seguire in piedi la loro squadra.

Presidente, di strada ne ha fatta parecchia con l’Ambrì, visto che è alla sua decima stagione. Francamente: non si sente un po’ stanco . Spesso è stato lei in prima linea ad affrontare le maggiori problematiche del club.
A volte ci penso, ma l’entusiasmo nel guidare questo club è sempre molto grande. Certo, a volte ho un po’ il… fiatone, ma cerco sempre di non farlo vedere, anche perché – al di là dell’apporto di qualche preziosissimo amico – a volte mi sono sentito solo nelle battaglie che ho combattuto, anche contro chi ha espresso dei giudizi ingiusti non conoscendo la nostra realtà in tutti i suoi aspetti. Sono comunque andato avanti per la mia strada e farò così anche in futuro, sicuro di fare solo il bene dell’Ambrì. Spero che alla fine mi si riconoscano
gli sforzi profusi.

Si dice sempre che il primo amore non si scorda mai. Al suo primo anno di presidenza, nel 2009, esordì con il derby della Valascia. Con lei ed il presidente bianconero Laurenti presenti sul ghiaccio prima dell’inizio a salutare il pubblico. Ad un certo punto il suo “collega” cadde pesantemente sul ghiaccio e l’Ambrì vinse quel confronto…
Come dimenticare quel giorno, fu comunque una vittoria sofferta, come sofferta fu la regular season visto che conquistammo solo 33 punti, credo sia stato il minimo storico. Partimmo subito in salita.

Qual è il ricordo che conserva con più piacere nel suo cuore?
Fu la stagione nella quale da settembre a dicembre restammo sempre nelle prime 3-4 posizioni della classifica (stagione 2013/2014 con Serge Pelletier alla guida l’HCAP centrò i playoff, gli unici dell’eraLombardi, ndr). In tutti in quel periodo c’era l’effettiva convinzione che, malgrado i limiti economici, fossimo realmente in grado di contrastare il passo delle grandi. Poi altri bei momenti quando siamo riusciti ogni anno a salvare il nostro posto nella massima divisione. Per una piccola realtà come quella leventinese, riuscire a mantenere il proprio posto nell’élite è una vittoria di non poco conto, ve l’assicuro.

Cosa è cambiato nell’hockey svizzero rispetto al passato?
Negli ultimi vent’anni c’è stata una maggior professionalizzazione, inoltre è migliorata la qualità del gioco, questo ha inevitabilmente portato anche dei benefici effetti sulla Nazionale. Oltre a ciò sono però notevolmente aumentati i costi e questo ha reso più difficile l’esistenza del nostro club visto che non può disporre dei budget di altri club che vanno per la maggiore, considerando che noi non disponevamo di uno stadio moderno che potesse generare degli introiti supplementari importanti.

Veniamo alla stagione entrante: come giudica la squadra?
Sono ottimista, credo che il nostro staff tecnico abbia scelto bene, tenuto conto appunto delle nostre limitate risorse economiche. Inoltre abbiamo ripreso l’importante discorso relativo alla valorizzazione dei giovani, che dovranno dare ulteriore entusiasmo ed energia alla nostra squadra. Vogliamo essere un buon club formatore, il progetto c’è grazie anche alla preziosa collaborazione con i Ticino Rockets.
L’unica mia vera preoccupazione è che, non potendoci permetterci importanti investimenti, rischiamo di avere un po’ la coperta corta nel caso in cui ci dovessero essere degli infortuni. In questo senso mi auguro che quest’anno ci sia più fortuna per l’HCAP. Spero inoltre che la gente capisca gli sforzi che facciamo ed il perché abbiamo dovuto tagliare un po’ il budget della prima squadra.

Riuscirete a tornare nei playoff?
È una domanda che noi non vogliamo porci perché in questo momento i nostri obiettivi prioritari sono due, ossia la realizzazione della nuova Valascia nonché l’inserimento di nuove leve nel massimo campionato e nella lega cadetta, oltre alla permanenza dei nostri juniores elite nella massima serie elvetica. Una volta concretizzati questi traguardi, in un futuro a medio o lungo termine potremo permetterci di porci degli obiettivi più significativi. Come detto, la salvezza resta pure un obiettivo importantissimo e cercheremo di fare di tutto per confermare il nostro posto anche in questa stagione.

Per concludere, signor presidente, cosa si sente di promettere ai tifosi dell’HCAP?
Il massimo impegno da parte di tutti, dal consiglio di amministrazione agli sponsor, dallo staff tecnico alla squadra. Dal punto di vista sportivo vogliamo proporre pure un bel gioco che sappia coinvolgere il pubblico. Per il resto siamo davvero contenti per come stanno lavorando tutti i tecnici, in primis logicamente Luca Cereda.

G.M.

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