Mondo, 14 settembre 2018
In Germania è (ancora) crisi nera, governo vicino alla fine?
Chemnitz, Chemnitz e ancora Chemnitz. L'onda lunga delle massicce manifestazioni che si sono tenute nella Germania orientale due settimane fa continuano a tenere banco in Germania e hanno scatenato ormai un'altra crisi di governo. Al centro di questa nuova crisi c'è Hans-Georg Maassen (nella foto a sinistra, insieme al ministro dell'Interno Horst Seehofer), il capo dei servizi d'informazione tedesco, accusato da ambienti di sinistra e vicini a Angela Merkel di aver minimizzato le violenze dei manifestanti e di aver trasmesso al partito di opposizione di destra AfD informazioni confidenziali. Accuse che Massen ha prontamente respinto.
"Merkel deve agire"
Il caso arriva ore dopo che il superiore diretto di Massen, il ministro dell'Interno Horst Seehofer, da mesi in conflitto con la Cancelliere, ha pubblicamente rinnovato la sua fiducia.
Una
decisione scioccante per i socialdemocratici che chiedono a Angela Merkel il suo licenziamento.
"Per la dirigenza del SPD, è assolutamente chiaro che bisogna agire, Merkel deve agire ora", ha detto il segretario del partito Lars Klingbeil.
SPD pronto a lasciare ?
Questo caso potrebbe quindi destabilizzare il fragile governo di coalizione formato a marzo dopo sei mesi di negoziati e che era gi à quasi crollato all'inizio dell'estate a causa di un conflitto tra Merkel e Seehofer.
L'SPD, uno dei grandi perdenti alle ultime elezioni e ancora impegnato a risollevare la testa nei sondaggi che lo vedono ormai alla pari, se non sotto, a AfD, potrebbe utilizzare il caso del capo dell'intelligence tedesca come un "casus belli" per far cadere il governo a cui aveva fatto parte dopo travagliate negoziazioni e resistenze interne.