Nel 2009 ha deciso di lasciare l’Ambrì, dopo aver mosso i primi passi nel settore giovanile biancoblù, approdando alla corte di Arno del Curto insieme a Gregory Sciaroni. Successivamente, dopo aver vinto due titoli con i grigionesi da protagonista (2011 e 2015), ha deciso di “sbarcare” a Zurigo. Sulle rive della Limmat non ha però avuto lo spazio di Davos ma ha potuto maturare ulteriormente, conquistando proprio la scorsa stagione il terzo titolo nazionale personale (a scapito del Lugano).
Ora eccolo tornare in Leventina, perfettamente “carburato” e voglioso di dimostrare tutto il suo valore.
Lo abbiamo sentito nei giorni per carpire da lui sensazioni ed emozioni nel ritrovare i colori biancoblù, in vista di una stagione che lui vuole disputare da primattore. “Sicuro di poter fornire quell’esperienza che possa aiutare la squadra a crescere per ottenere delle belle soddisfazioni”, ci ha detto al telefono.
Due parole dapprima sulle tue esperienze vissute a Davos e a Zurigo.
Avevo evidentemente voglia di crescere, perché a 16 anni non sapevo ancora esattamente che futuro affrontare. Ho deciso così di sfruttare la prima vera opportunità a Davos. In terra grigionese è stata dura ma il grande lavoro svolto mi ha permesso alla fine di progredire in modo importante, sia come giocatore che come uomo e questo mi ha pure consentito di assumere un ruolo sempre più fondamentale all’interno del team. A Zurigo l’impatto è stato più duro perché l’ambiente era totalmente differente rispetto a quello precedente. Dovevo conoscere la squadra e abituarmi a vivere in una grande metropoli. Anche con i Lions l’esperienza è stata comunque importante, anche se rispetto a Davos avevo da sopportare minori responsabilità.
Cosa puoi dire di Del Curto?
Sicuramente un grande allenatore, lui è in grado di capire il giocatore, sa quali sono i punti su cui lavorare. Un tecnico che sa come far fruttare tutto il talento di un giovane, grazie alla
Lo abbiamo sentito nei giorni per carpire da lui sensazioni ed emozioni nel ritrovare i colori biancoblù, in vista di una stagione che lui vuole disputare da primattore. “Sicuro di poter fornire quell’esperienza che possa aiutare la squadra a crescere per ottenere delle belle soddisfazioni”, ci ha detto al telefono.
Due parole dapprima sulle tue esperienze vissute a Davos e a Zurigo.
Avevo evidentemente voglia di crescere, perché a 16 anni non sapevo ancora esattamente che futuro affrontare. Ho deciso così di sfruttare la prima vera opportunità a Davos. In terra grigionese è stata dura ma il grande lavoro svolto mi ha permesso alla fine di progredire in modo importante, sia come giocatore che come uomo e questo mi ha pure consentito di assumere un ruolo sempre più fondamentale all’interno del team. A Zurigo l’impatto è stato più duro perché l’ambiente era totalmente differente rispetto a quello precedente. Dovevo conoscere la squadra e abituarmi a vivere in una grande metropoli. Anche con i Lions l’esperienza è stata comunque importante, anche se rispetto a Davos avevo da sopportare minori responsabilità.
Cosa puoi dire di Del Curto?
Sicuramente un grande allenatore, lui è in grado di capire il giocatore, sa quali sono i punti su cui lavorare. Un tecnico che sa come far fruttare tutto il talento di un giovane, grazie alla
sua carica umana.
Torniamo a Zurigo: il fatto di non poter recitare un ruolo di primo piano ti ha fatto perdere fiducia?
Non giocavo con la stessa frequenza di Davos, ma ugualmente ho potuto apprendere delle nozioni importanti. La concorrenza del resto era molto alta e quindi trovare un ruolo da titolare era particolarmente complicato. Comunque ho tratto delle indicazioni interessanti che spero di sfruttare in pieno in Leventina. Il club biancoblù mi voleva fortemente ed io ho accettato senza batter ciglio, perché mi sembrava la piazza ideale per ripartire…
Con Fora la squadra sembrava ben attrezzata per raggiungere i playoff. Senza di lui?
Torniamo a Zurigo: il fatto di non poter recitare un ruolo di primo piano ti ha fatto perdere fiducia?
Non giocavo con la stessa frequenza di Davos, ma ugualmente ho potuto apprendere delle nozioni importanti. La concorrenza del resto era molto alta e quindi trovare un ruolo da titolare era particolarmente complicato. Comunque ho tratto delle indicazioni interessanti che spero di sfruttare in pieno in Leventina. Il club biancoblù mi voleva fortemente ed io ho accettato senza batter ciglio, perché mi sembrava la piazza ideale per ripartire…
Con Fora la squadra sembrava ben attrezzata per raggiungere i playoff. Senza di lui?
Certo, lui era una pedina importante: ha tecnica da vendere ed un fisico che si prestava perfettamente al suo ruolo. Ma l’Ambrì può comunque contare su 25 giocatori – mi riferisco soprattutto ai giovani che sono sempre motivati, pieni di entusiasmo e che hanno una grande voglia (e fame) di vincere - e sono in grado dare il massimo contributo in questo campionato. Penso perciò che l’Ambrì Piotta abbia tutte le qualità per poter disputare un buona stagione.
Ti avrebbe sicuramente fatto piacere avere nuovamente al suo fianco Inti Pestoni…
Direi piuttosto che sono molto contento che lui abbia trovato l’opportunità di giocare a Davos. Lo sento motivatissimo e questa sostanzialmente è la cosa più importante per lui. Inti merita di essere un protagonista, del resto le sue qualità tecniche non si discutono affatto.
Due parole sulla tua nuova squadra…
È sicuramente interessante, è giovane ed lavora con grande entusiasmo. Ha evidentemente ampi margini di crescita. Stiamo lavorando sodo per compiere un primo salto di qualità. I ragazzi sanno che commettono ancora degli errori, essenziale è capire dove si può migliorare. Ho grande fiducia nell’Ambrì Piotta che, come detto, ha una grande voglia di stupire..
Puntiamo l’obiettivo sul nuovo campionato. Chi vedi come favorito?
Ci sono molte squadre in grado di inserirsi nella lotta, c’è un grande equilibrio, comunque vedo bene Berna, Zurigo e Zugo, secondo me sono loro le maggiori candidate, ma la lotta si potrebbe allargare ad altre squadre.
G.M.
Ti avrebbe sicuramente fatto piacere avere nuovamente al suo fianco Inti Pestoni…
Direi piuttosto che sono molto contento che lui abbia trovato l’opportunità di giocare a Davos. Lo sento motivatissimo e questa sostanzialmente è la cosa più importante per lui. Inti merita di essere un protagonista, del resto le sue qualità tecniche non si discutono affatto.
Due parole sulla tua nuova squadra…
È sicuramente interessante, è giovane ed lavora con grande entusiasmo. Ha evidentemente ampi margini di crescita. Stiamo lavorando sodo per compiere un primo salto di qualità. I ragazzi sanno che commettono ancora degli errori, essenziale è capire dove si può migliorare. Ho grande fiducia nell’Ambrì Piotta che, come detto, ha una grande voglia di stupire..
Puntiamo l’obiettivo sul nuovo campionato. Chi vedi come favorito?
Ci sono molte squadre in grado di inserirsi nella lotta, c’è un grande equilibrio, comunque vedo bene Berna, Zurigo e Zugo, secondo me sono loro le maggiori candidate, ma la lotta si potrebbe allargare ad altre squadre.
G.M.