Ticino, 20 luglio 2018

«Ciao Marco, cosa fai quest'estate?», due chiacchiere con il Sindaco Borradori

L'estate ci porta spesso a cambiare abitudini, la tesione si allenta, si pianificano vacanze in famigla o con amici. A tu per tu con il Sindaco di Lugano Marco Borradori per vedere come vivrà queste settimane.

L'estate è finalmente iniziata, periodo di vacanze, anche i ritmi della politica per qualche settimana si fanno più vivibili. Cosa farà il Sindaco di Lugano in queste calde giornate? Allenta la presa anche lei o Lugano non da tregua?

Lentamente, quasi senza accorgersene, si passa da un periodo dove tutto è urgente, frenetico e laborioso a delle giornate in cui gli impegni - che pure ci sono sino a fine luglio - sono meno asfissianti, si diradano in modo graduale, ti lasciano il tempo di leggere i giornali con più calma, di bere il caffè senza guardare continuamente l'orologio, di fare due chiacchiere senza fretta con i conoscenti che incontri per strada.
In realtà Lugano, come probabilmente tutte le città di una certa grandezza, dinamiche, con tanti progetti nel mirino e realizzazioni in corso, ricche di stimoli, anche politici, non concede molta tregua. Però ogni tanto succede, e bisogna cogliere al volo l'opportunità. Allentare un po' la presa è piacevole e forse anche doveroso, ci si riappropria del tempo e un po' anche di quello spicchio di vita che per gran parte dell'anno resta in ombra.


Estate a Lugano o si concede qualche giorno di ferie?

Direi estate al lavoro sino a fine luglio, poi un tuffo nel Festival di Locarno (e magari anche nel lago) con le sue innumerevoli occasioni di incontro, svago, film, discussioni e divertimento. In questo periodo resto in Ticino o in Svizzera, comunque non vado lontano, troppo caldo e troppa gente negli aeroporti o nelle grandi città, che pure amo molto e che su di me esercitano una grande attrazione. Ammetto di fare fatica a fermarmi in una spiaggia per più di un paio di ore, mi annoio. Ho bisogno continuamente di stimoli
nuovi e di situazioni che mi sorprendano. Sarà una certa irrequietezza tipica del segno dei gemelli.

Oltre ad aver raggiunto l'estate, abbiamo raggiunto anche metà legislatura. Di temi se ne sono affrontati molti e diversi scottanti, ce n'è uno in particolare che non dimenticherà?

In politica di momenti difficili e delicati ce ne sono tanti, però questa volta non ho dubbi: l'aeroporto. Dico sempre, tra il serio e il faceto, che da quando ho rilevato il posto di Angelo Jelmini all'interno del consiglio di amministrazione di Lugano Airport il mio livello di preoccupazione è drasticamente aumentato. Ed è vero. Negli ultimi tredici mesi presso l'infrastruttura è successo proprio di tutto: dimissioni e sostituzione del direttore e della metà dei membri del CdA, grounding e fallimento della Darwin (in precedenza acquisita da un fondo di investimento) con la conseguente perdita di quasi duecento posti di lavoro e con l'interruzione dei collegamenti verso Ginevra. Non è stato facile. Ora le nubi nel cielo sopra Agno sembrano diradarsi, anche se non è ancora il momento di cantare vittoria. Resta la consapevolezza di avere tenuto duro, di averci creduto malgrado le enormi difficoltà. Resta la soddisfazione che in molti, a cominciare dal Presidente e dai membri del CdA per continuare con il Direttore e tutto il personale dell'aeroporto per finire con il Municipio e la maggioranza dei Consiglieri comunali, hanno seguito una linea chiara e coerente. Resta infine la dolcezza di una collaboratrice dell'aeroporto che, in una sera di inizio estate, mi ha ringraziato con semplicità e con un sorriso per quanto fatto per lei e per i suoi colleghi.  


AC

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