Nessuno dei 24 richiedenti l'asilo ospiti a Zone, vicino a Brescia, ha accettato di dare una mano a pulire il sentiero che corre attorno alle piramidi d’erosione. E così il sindaco Marco Zatti, molto arrabbiato e molto deluso, ha prima scritto una lettera al prefetto di Brescia e poi ha preso pala, piccone e rastrello e se ne è andato lui stesso a sistemare il percorso più frequentato del paese. Ad aiutarlo, due volontari suoi concittadini: Alessio Marchetti, 18 anni, studente, e Andrea Sina, in mobilità sino al marzo scorso e ora in attesa di andare in pensione. "Ogni anno a inizio estate illuminiamo le piramidi d’erosione - racconta il sindaco Zatti- in preparazione di questo evento, la scorsa settimana ho incontrato i richiedenti di protezione internazionale domandando loro di rendersi disponibili a collaborare. Lì per lì mi han chiesto tempo per pensarci. Mercoledì, la persona che gestisce l’ex locanda “La lucciola“, ora denominata Ostello Trentapassi, mi telefona per dirmi che alcuni di loro sembrano intenzionati ad aderire alla mia richiesta. Io sono passato per caricarmi sulla jeep i volontari e scopro che nemmeno un profugo verrà al lavoro". Immediato l'invio in prefettura di una missiva in cui, nel sollecitare un incontro, si dice che i richiedenti l'aliso si dimostrano poco collaborativi e che alcuni di essi stanno creando qualche problema. "Non sono tutti uguali, ma succede che si coalizzino- spiega Marco Zatti-. Stavolta il rifiuto a collaborare è stato motivato dal fatto che io non ho fatto abbastanza per far ottenere dall’apposita commissione giudicatrice il permesso di soggiorno a uno di loro. Cosa che