La Cancelleria Federale si affida a Microsoft. Gran parte dei documenti, delle e-mail, delle discussioni e delle chiamate dell'amministrazione federale dovranno passare attraverso i server del gigante americano. La maggior parte dei dipendenti federali lavora quindi con prodotti Microsoft, una scelta in passato già criticata dalla Corte dei Conti per la mancanza di garanzie di protezione e sicurezza dei dati. L'organo di controllo ha inoltre sottolineato l'inappropriata classificazione della riservatezza di alcuni documenti.
È proprio a causa di queste carenze che il capo delle forze armate, Thomas Süssli, ha inviato una lettera alla Cancelleria Federale, come rivelato dalla testata Republik. In essa, ribadisce le direttive della Confederazione in materia di riservatezza: i documenti "interni" e "segreti" non devono essere elaborati, o solo in modo limitato, nel cloud e nelle applicazioni Microsoft.
I rapporti di addestramento delle truppe sono classificati come "interni", mentre i piani di intervento delle forze speciali sono classificati come "segreti". Secondo fonti interne, circa il 90% dei dati dell'esercito rientra in queste due categorie. Il capo dell'esercito chiede quindi per la creazione di un cloud privato dedicato alle forze armate, in grado di garantire la completa sicurezza delle informazioni sensibili. Süssli chiede inoltre il rapido sviluppo di una strategia per l'uscita dal cloud Microsoft e la creazione di una soluzione open source indipendente, a cui l'esercito contribuirebbe direttamente. Thomas Süssli non è il solo a difendere questa posizione. Anche l'esercito austriaco, in base alle proprie analisi, ritiene troppo rischioso l'utilizzo di un cloud americano. In Germania, gli stati dello Schleswig-Holstein e della Turingia hanno già optato per alternative non americane. La maggior parte dei governi europei, tuttavia, rimane cliente Microsoft, così come la Svizzera.
Per gli esperti, la motivazione dell'esercito svizzero è chiara, ossia poter contare su un'infrastruttura informatica protetta da potenziali accessi da parte del governo statunitense. Ad oggi, nessuno sa esattamente quali dati lascino il cloud Microsoft per transitare verso gli Stati Uniti, e quindi potenzialmente nelle mani delle autorità statunitensi.
In caso di crisi, l'esercito teme anche che un ordine di "disattivazione" di Microsoft possa paralizzare il suo sistema IT. Pertanto, auspica una soluzione nazionale, gestita e controllata in Svizzera. La Cancelleria Federale, da parte sua, non sembra dare peso a questa lettera. Convinta di aver soddisfatto tutti i requisiti di sicurezza, mantiene la sua tabella di marcia per la migrazione al cloud Microsoft.





