L’Esercito svizzero è in crisi con il suo parco veicoli: gran parte dei circa 34mila mezzi è ormai obsoleta, con problemi di ruggine, cambi difettosi e guasti tecnici che bloccano regolarmente le operazioni. I militari non riescono più a gestire la manutenzione e, dal 2026, entrerà in azione il Touring Club Suisse (TCS) insieme ad altri partner privati.
SVIZZERA - Il Dipartimento della Difesa guidato da Martin Pfister ha incaricato Armasuisse di affidare a tre società – Centro Servizi Svizzero DLC, Soccorso Stradale Wolfi SA e TCS – il supporto completo alla flotta, dagli autocarri ai veicoli corazzati, per un costo di 6,5 milioni di franchi. I contratti dureranno almeno fino al 2030 e prevedono anche interventi su mezzi pesanti come gli obici semoventi.
In realtà i privati non sono nuovi a questo compito: dal 2019 hanno già effettuato quasi 3.800 missioni per l’Esercito, con un costo di oltre 3,5 milioni di franchi. Tra gli interventi più eclatanti, il recupero di due obici coinvolti in un incidente autostradale e di un veicolo da combattimento M113 finito nell’Aare nel 2024.
Il futuro appare chiaro: senza un massiccio rinnovamento della flotta, il ricorso ai soccorsi esterni diventerà la regola. I carri armati, proprio come gli uomini che li guidano, non ringiovaniscono.