VOTAZIONI - Sul palco, paletta rossa: divieto di transito. Due “no” secchi e pratica archiviata. Peccato che, nel fascicolo del Consiglio di Stato, finisca tutto nello stesso calderone: 10% e deducibilità mescolati per comodità di conferenza stampa, non per i contribuenti. La deducibilità mette fine a un’ingiustizia: oggi paghiamo imposte su soldi che non ci sono più, bruciati da un premio obbligatorio. Ogni oggetto va valutato da solo: la deducibilità non è il 10% e non c’entra col valore locativo.
Il 10% scalda il cuore e svuota la cassa. Non taglia i costi: li sposta. Quando “oltre paga Pantalone”, premi e costi delle cure non calano: ingrassano. E quei 300 milioni l’anno non sono una nota a margine: sono un’ipoteca pluriennale sul bilancio, firmata col portafoglio dei ticinesi. Il Governo ricorda che un ticinese su tre riceve già la riduzione dei premi, indicizzata agli aumenti. Appunto: se con tutto questo aiuto i premi esplodono lo stesso, il problema è a monte, nella macchina dei costi, non a valle, nel borsello delle famiglie.
La deducibilità integrale non fa miracoli, ma non è il lupo cattivo. È un cacciavite fiscale: imperfetto, regolabile, ma dà ossigeno a chi paga tutto e subito. Ripetere “siamo già i più generosi” suona bene al microfono: peccato che i premi restino tra i più alti. Generosità senza respiro uguale palliativo, non politica. In numeri: il 10% costa circa tre volte la deducibilità. Non è la stessa taglia.
Non è un regalo ai super-redditi: il beneficio ricade soprattutto sul ceto medio (redditi imponibili sotto i 100mila). E i costi? Circa 100 milioni complessivi, poco più dell’1% della spesa pubblica: sostenibili con priorità e razionalizzazioni. E mentre a Palazzo tirano il freno, i grandi Comuni (Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio) non si smentiscono: “Perderemo almeno 20 milioni, saremo costretti ad alzare il moltiplicatore”. Tradotto: o così o tasse. Copione già visto: ricatto preventivo, con l’iniziativa usata come alibi per aumentare comunque. Ma il moltiplicatore non è una legge di natura: si governa con priorità, taglio degli sprechi, razionalizzazioni. Qui l’audio è muto: non sentono, ma il conto arriva forte e chiaro. Basta, come d’abitudine, scaricare tutto sui cittadini.
Il Governo ha tirato il freno a mano perché è mancato il coraggio. Legittimo per loro; insufficiente per chi paga. Al cittadino non servono omelie: serve arrivare vivo a fine mese. Tra l’anestesia del 10% (conto salato e risveglio doloroso) e l’analgesico della deducibilità (ossigeno subito), la differenza si vede. Il 28 settembre: SÌ all’iniziativa della Lega, per non lasciarci le penne. Non è un voto di fede: è la temperatura del portafoglio. E il termometro, purtroppo, scotta.
DANIELE PICCALUGA
Coordinatore Lega dei Ticinesi





