VOTAZIONI - Il prossimo 28 settembre i cittadini saranno chiamati a votare sull’abolizione del valore locativo, quell’imposta assurda che tassa chi vive nella propria casa come se percepisse un affitto da se stesso. Si tratta di una modifica costituzionale che richiede la doppia maggioranza di popolo e Cantoni. Se approvata, i Cantoni potranno introdurre una nuova imposta solo sulle abitazioni secondarie, mentre per la prima casa il balzello sparirà.
Secondo Lorenzo Quadri, il valore locativo è un’imposta cronica che penalizza l’accesso alla proprietà e colpisce soprattutto il ceto medio. In Svizzera appena il 36% dei cittadini vive in casa propria, anche a causa di questa imposizione fittizia che gonfia artificialmente il reddito imponibile. “Non è un regalo ai proprietari – osserva Quadri – ma una riforma di equità”.
Per Quadri, l’attuale sistema incoraggia il sovraindebitamento: per sfruttare le deduzioni fiscali molti proprietari mantengono ipoteche alte. E chi negli anni ha ridotto il debito, come i pensionati, si trova oggi con meno deduzioni e più tasse, nonostante redditi calati. “Secondo uno studio, un pensionato su tre è costretto a vendere la propria casa. Un paradosso che mina la sicurezza sociale”, sottolinea.
Gli oppositori, in particolare la $inistra, agitano lo spettro di minori entrate per miliardi, ma si tratta di cifre farlocche. “Il valore locativo è solo una leva per mungere i cittadini, gonfiando le stime e tassando un reddito inesistente. È ora di dire basta. Il 28 settembre votiamo SÌ all’abolizione del valore locativo”, conclude Quadri.