Nel primo pomeriggio, dopo il ritorno da Washington della Presidente Karin Keller-Sutter e del Vicepresidente Guy Parmelin, il Consiglio federale ha tenuto una seduta straordinaria, seguita da una conferenza stampa. I due negoziatori hanno parlato alla stampa alle 15:30, accompagnati dalla nuova Cancelliera, Nicole Lamon.
Sebbene finora non abbia funzionato, il Consiglio federale intende proseguire i negoziati con gli Stati Uniti per rimuovere questi dazi del 39% sui prodotti svizzeri dalle tabelle tariffarie americane. Nel suo comunicato stampa odierno, ha confermato: "Il Consiglio federale è determinato a proseguire i colloqui con Washington per ridurre il più rapidamente possibile questi dazi doganali aggiuntivi sui prodotti svizzeri. A tal fine, rimane in contatto con le autorità americane e con i settori interessati".
Se si sa poco di più rispetto a prima della visita a Washington, sembra rimanere la volontà di non irritare gli americani: "Al momento non si prendono in considerazione contromisure doganali in risposta all'aumento dei dazi doganali statunitensi. Comporterebbero costi per l'economia svizzera, in particolare a causa dell'aumento dei prezzi delle importazioni dagli Stati Uniti". Non si sta nemmeno prendendo in considerazione un ricorso all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).
Karin Keller-Sutter ha espresso la preoccupazione del Consiglio federale per i cantoni della Svizzera occidentale, particolarmente colpiti da questa nuova situazione. Guy Parmelin ha elencato i settori economici che saranno interessati: orologeria, gioielleria, macchinari di precisione, dispositivi medici e il settore alimentare, che produce bevande energetiche, cioccolato e formaggi. Potranno contare sull'orario di lavoro ridotto per evitare perdite di posti di lavoro, assicura Parmelin.
"Non è prevedibile una vera e propria crisi macroeconomica paragonabile alla pandemia", ha rassicurato Guy Parmelin. Ha aggiunto che l'incertezza rimane elevata data l'instabilità dell'economia internazionale.
"Il Consiglio federale non può dire quanto durerà questa situazione", ha chiarito Karin Keller-Sutter, ben consapevole che gli sforzi della Svizzera, per quanto intensi, dipendono da una decisione che "in ultima analisi spetta al presidente americano". Parmelin ha in seguito ammesso che i dazi fossero un fallimento del Consiglio federale. "Sì è stato fallimento per quanto rigaurda il 39%, ma andare negli Stati Uniti ha contribuito a mantenere aperti i canali". Il Consigliere federale vodese ha ammesso che questa situazione è stata "dolorosa" per lui e ha difeso Karin Keller-Sutter, accusata da un giornalista.