La Lega dei Ticinesi ha annunciato un'iniziativa cantonale in cui si chiede che i trattati istituzionali con l'Unione Europea siano da ora in poi sottoposti a referendum obbligatorio, in particolare se questi minacciano la sovranità nazionale. Il gruppo Lega in Gran Consiglio intende quindi sottoporre al Parlamento cantonale una risoluzione con l'obiettivo incarica il Consiglio di Stato di trasmettere l’iniziativa alle Camere federali.
Attualmente, ricorda il movimento di via Monte Boglia, sono sottoposti obbligatoriamente al voto popolare (con doppia maggioranza per essere considerati approvati) le modifiche costituzionali, l’adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sopranazionali e alcune leggi urgenti ma non i trattati ordinari, che sottostanno a referendum facoltativo.
“L’esperienza della bozza di Accordo quadro istituzionale (InstA) ha mostrato che l’UE richiede alla Svizzera elementi quali la ripresa dinamica del diritto europeo, meccanismi di sorveglianza e, in talune versioni negoziali, la possibilità di ricorso a organi arbitrali o alla Corte di giustizia dell’UE per la soluzione delle controversie. Questi elementi incidono direttamente sull’autonomia legislativa svizzera e sul margine decisionale democratico interno”, scrivono i deputati leghisti nel testo in cui viene annunciata l'iniziativa.
Il Movimento ricorda come l'argomento non sia nuovo: nel 2021 infatti il Nazionale ha respinto l'entrata in materia sull'argomento, lasciando “irrisolto il tema della legittimazione democratica per accordi internazionali di grande portata”.
La proposta leghista riprendere quindi una identica già approvata dal Gran Consiglio argoviese che ha portato di recente a Berna la richiesta di rendere obbligatorio il referendum per eventuali nuovi accordi con l'UE, con la motivazione che “tali trattati possono incidere sulla sovranità cantonale e che i Cantoni devono poter contare su una legittimazione democratica rafforzata”.
In Ticino nel 2019 i deputati di Lega e UDC avevano lanciato una iniziativa cantonale che chiedeva di respingere l’allora bozza di Accordo quadro con l’UE, “denunciandone gli effetti di riduzione dell’autonomia svizzera, la ripresa sistematica del diritto UE e la sottomissione alla Corte di giustizia dell’UE; l’episodio evidenzia la sensibilità del nostro Cantone verso il mantenimento della sovranità e il coinvolgimento democratico su dossier europei”. Si tratta di preoccupazioni che “restano attuali nell’opinione pubblica e possono ripresentarsi in eventuali nuovi pacchetti negoziali”.
Per questo, la Lega chiede che sia il popolo che i cantoni devono poter pronunciarsi in merito a questioni di tale portata e incarica il Gran Consiglio ticinese di portare la proposta alle Camere federali.