Il Consiglio federale vuole autorizzare La Poste a sospendere la consegna di lettere e pacchi nelle zone montane più remote. Una misura che potrebbe aiutare il gigante giallo a risparmiare denaro. Tuttavia l'ordinanza, che riguarda circa 60'000 economie domestiche svizzere, non sia ben accolta in alcuni cantoni.
L'Ufficio federale delle comunicazioni, che fa capo al dipartimento del consigliere federale Albert Rösti, ha messo in consultazione una nuova ordinanza riguardante La Posta. Con questo testo si vuole dare alla Posta un maggiore margine di manovra per quanto riguarda le consegne a domicilio, al fine di migliorarne la redditività. Ciò significa che in alcune zone la posta non verrebbe più consegnata tutti i giorni, ma due o tre volte alla settimana, oppure verrebbe consegnata a un magazzino centrale.
Ciò non vale tuttavia per le abitazioni che fanno parte di un complesso residenziale abitato tutto l'anno. Ad esempio, se ci sono cinque case su una superficie massima di un ettaro, La Posta deve continuare a servire quotidianamente le zone abitate.
I Cantoni più interessati non sono gli unici a respingere la revisione. Anche la commissione competente del Consiglio nazionale chiede, in una mozione, che La Posta continui a "garantire la consegna a domicilio su tutto il territorio nazionale". Un obbligo che non è redditizio per l'azienda, soprattutto perché le lettere vengono sempre più sostituite da alternative digitali.
Già lo scorso anno il consigliere federale Albert Rösti aveva preso in considerazione l'idea di ridurre da cinque a tre giorni i servizi di base per l'intera popolazione. La Posta deve garantire la consegna delle lettere e dei pacchi senza finanziamenti incrociati. La nuova proposta del Consiglio federale consentirebbe tuttavia alla Posta Svizzera di attuare modelli di consegna flessibili per circa il 2% delle economie domestiche svizzere. L'azienda accoglie con favore la revisione, affermando che la nuova direttiva migliorerebbe significativamente l'efficienza della distribuzione.