Dopo giorni di incertezza su un possibile intervento, domenica gli Stati Uniti hanno bombarato tre siti nucleari iraniani. Il presidente americano Donald Trump ha affermato che, con questo attacco, le capacità di arricchimento del Paese sono state "completamente distrutte".
Secondo Trump, gli aerei hanno colpito tre dei principali siti nucleari dell'Iran: Isfahan, Natanz e Fordo, sui quali è stato sganciato un "carico completo di bombe".
Costruito in violazione delle risoluzioni ONU, l'impianto sotterraneo di Fordo (al centro) era stato presentato da Teheran come un impianto di arricchimento dell'uranio ad alta velocità, in grado di ospitare circa 3'000 centrifughe. È qui che all'inizio del 2023 sono state rilevate particelle di uranio arricchito all'83,7%. L'Iran aveva parlato di "fluttuazioni involontarie" durante il processo di arricchimento.
Israele non è in grado di colpire a tali profondità: solo gli aerei americani sono in grado di trasportare munizioni sufficientemente penetranti per farlo. L'impianto di Natanz è senza dubbio il più noto tra i siti nucleari iraniani. La sua esistenza è stata rivelata nel 2002.
È costituito da due edifici, uno sotterraneo e l'altro in superficie, per un totale di circa 70 cascate di centrifughe, ovvero più di 10'000 di queste macchine utilizzate per arricchire l'uranio. Lo stabilimento di Isfahan è invece un impianto di conversione che produce gas necessari per l'arricchimento dell'uranio.
L'autorità iraniana per la sicurezza nucleare ha dichiarato domenica di non aver rilevato "alcun segno di contaminazione" nei tre siti nucleari presi di mira dagli attacchi aerei statunitensi.
"Non sono stati rilevati segni di contaminazione (...) quindi non c'è pericolo per le persone che vivono nei pressi dei siti" di Fordo, Natanz e Isfahan, ha dichiarato il Centro nazionale per il sistema di sicurezza nucleare, che fa parte dell'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran.
Gli attacchi statunitensi contro i siti nucleari in Iran "avranno conseguenze eterne", ha avvertito domenica il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. "Gli eventi di questa mattina sono scandalosi e avranno conseguenze eterne", ha scritto Abbas Araghchi sulla piattaforma X, denunciando il "comportamento estremamente pericoloso, anarchico e criminale" degli Stati Uniti. "L'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo", ha aggiunto.
L'Iran deve "accettare di porre fine a questa guerra", ha affermato Donald Trump, dichiarando: "È ARRIVATO IL MOMENTO DELLA PACE". Successivamente, in un discorso alla nazione, ha affermato che tutti gli impianti di arricchimento nucleare dell'Iran erano stati "completamente distrutti".
"Ricordate, ci sono ancora molti obiettivi, quello di stasera è stato di gran lunga il più difficile di tutti (...). Ma se la pace non arriverà presto, colpiremo questi altri obiettivi con precisione, velocità e abilità", ha avvertito.
Gli attacchi degli Stati Uniti "non fermeranno" le attività nucleari di Teheran, ha risposto l'agenzia atomica iraniana, descrivendole come un "atto barbarico".
Israele, da parte sua, ha ringraziato il presidente americano per aver contribuito a raggiungere "la pace attraverso la forza", mentre il suo primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito il Medio Oriente "un punto di svolta storico".
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso preoccupazione per una "pericolosa escalation" che rappresenta una "minaccia diretta alla pace e alla sicurezza nel mondo".