Mercoledì Donald Trump ha rilanciato la guerra commerciale annunciando dazi doganali molto pesanti, in particolare contro l’Asia e l’Unione Europea. Con questa misura il presidente americano ha promesso una “dichiarazione di indipendenza economica” che porterà gli Stati Uniti in una nuova “età dell’oro”.
L'offensiva della Casa Bianca è così strutturata: dazi minimi pari al 10% su tutte le importazioni, a cui si aggiungono sovrapprezzi per alcuni Paesi considerati particolarmente ostili in materia commerciale. Questi supplementi sono calcolati per riflettere anche le cosiddette barriere non tariffarie poste da questi paesi all’ingresso dei prodotti americani, ad esempio norme sanitarie e standard ambientali.
Il conto è particolarmente pesante per la Cina, i cui prodotti saranno tassati al 34%, e per l’Unione Europea, i cui beni saranno soggetti a dazi del 20%. Le aliquote erano fissate al 24% per il Giappone, al 26% per l'India, al 31% per la Svizzera. Secondo Trump questa sarebbe forma “gentile” di reciprocità.
Questi nuovi massicci dazi doganali entreranno in vigore il 5 e 9 aprile, ha annunciato mercoledì la Casa Bianca. Le nuove tasse sulle importazioni svelate dal presidente americano sono previste in due fasi, ha detto alla stampa un funzionario della Casa Bianca: il 5 aprile alle 6:01 (ora svizzera) per dazi doganali di almeno il 10% su tutti i prodotti che entrano negli Stati Uniti, e il 9 aprile alle 6:01 (ora svizzera) per aumenti dei dazi doganali nei confronti di giganti come Cina e Unione Europea.
Né il Messico né il Canada compaiono nell'elenco fornito dalla Casa Bianca. Un alto funzionario americano ha chiarito che questi due paesi, firmatari di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, sottostanno a un altro regime.
Il Regno Unito, che sta negoziando un trattato commerciale bilaterale, esce relativamente indenne da questi nuovi dazi, con un tasso minimo del 10%. “Il nostro approccio è quello di mantenere la calma e impegnarci a concludere questo accordo”, ha risposto mercoledì il ministro del Commercio britannico Jonathan Reynolds.
L'Unione europea ha da parte sua già promesso di rispondere “entro la fine di aprile”, secondo il portavoce del governo francese. Ma l’industria chimica tedesca, di cui gli Stati Uniti rappresentano il più grande mercato di esportazione, ha invitato l’UE a “mantenere la calma”, sottolineando che “un’escalation non farebbe altro che peggiorare i danni”.
Donald Trump presenta i dazi doganali come una misura capace di reindustrializzare il Paese, riequilibrare la bilancia commerciale e cancellare il deficit di bilancio. Il leader dei senatori democratici Chuck Schumer, al contrario, ha criticato una “guerra commerciale assurda, folle, caotica”, che “costerà più di 6'000 dollari all’anno (circa 5'300 franchi) a una famiglia americana media”, sotto forma di aumento del prezzo dei prodotti importati. Giovedì, alle 6:01 (ora svizzera), Washington prevede, separatamente, di imporre tasse aggiuntive del 25% sulle auto prodotte all'estero, nonché sui pezzi di ricambio.