Fonte: Blick
L'orizzonte politico di Volodymyr Zelensky si fa sempre più incerto. Dopo le pressioni di Vladimir Putin, ora anche Donald Trump avanza una richiesta che potrebbe cambiare le sorti del conflitto: l'organizzazione di elezioni in Ucraina come condizione per qualsiasi accordo di pace. Un ultimatum che il presidente ucraino respinge fermamente, sollevando dubbi sulla fattibilità di un voto in un Paese ancora sotto i bombardamenti russi.
Trump si allinea a Mosca?
Martedì 19 febbraio, durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago, Trump ha messo in discussione la legittimità del governo di Kiev, sottolineando che nel Paese vige ancora la legge marziale. "Se l'Ucraina vuole sedersi al tavolo delle trattative, il popolo deve esprimersi", ha dichiarato, evidenziando l'assenza di elezioni da tempo.
L’ex presidente americano ha inoltre affermato che Zelensky godrebbe di un consenso bassissimo, appena il 4%, un dato smentito dai sondaggi che lo collocano ancora sopra il 50%. Le parole di Trump sollevano il timore di un'eventuale ingerenza russa nel processo elettorale per favorire un candidato più vicino alle posizioni di Mosca.
Un’idea di Trump o di Putin?
Il mandato di Zelensky, secondo il calendario originario, sarebbe dovuto terminare nel maggio 2024, ma l’invasione russa del 2022 ha reso impossibile lo svolgimento delle elezioni. Per Trump, tuttavia, la questione è semplice: "Non si può parlare di pace senza che il popolo ucraino abbia voce in capitolo".
Respinge inoltre le accuse di aver ricevuto pressioni dal Cremlino: "Questa è un’idea mia e di molti altri Paesi", ha affermato, senza però specificare quali Stati condividano la sua posizione. Tuttavia, il fatto che Putin abbia più volte messo in discussione la legittimità di Zelensky fa sorgere il sospetto che questa richiesta vada nella direzione auspicata da Mosca.
Zelensky non cede: "Nessun ultimatum"
La risposta del presidente ucraino non si è fatta attendere. Già nei giorni scorsi, in un’intervista a The Economist, aveva sollevato interrogativi sulla fattibilità di un’elezione in piena guerra: "Come si potrebbe votare in città come Kharkiv, sotto attacco ogni giorno?"
Escluso dai negoziati tra Mosca e Washington, Zelensky ha reagito con fermezza, annullando un previsto viaggio a Riyad. "Non so chi resterà e chi se ne andrà, e onestamente non mi interessa", ha dichiarato.
Mentre Russia e Stati Uniti sembrano convergere su un possibile compromesso, resta da capire quale sarà la posizione dell’Unione Europea e, soprattutto, se l’Ucraina potrà davvero avere voce in capitolo nelle decisioni sul proprio futuro.