Sport, 25 febbraio 2025

Animal nel calcio e nella vita: storia turbolenta di Edmundo

Grande talento, tanta classe ma poco cervello: una carriera ricca di alti e bassi

LUGANO - Edmundo Souza nasce il 2 aprile 1971 a Niteroi, città separata da Rio da un enorme ponte costruito dagli americani negli Anni Settanta. Cresce in una favela e sin da bambino dimostra di avere talento tanto che gli osservatori di allora lo portano al Vasco da Gama. Ma il suo carattere indisciplinato e maleducato non piace affatto ai dirigenti e quindi nel 1984 passa al settore giovanile del Botafogo. Estroso, tecnico e irriverente, diventa presto protagonista nel calcio brasiliano e nel 1992 viene acquistato dal Palmeiras, società di Sao Paulo appartenente al gruppo Parmalat. In quegli anni Calisto Tanzi ha messo le mani sul mercato sudamericano. E così, quasi di riflesso, nel 1998 Edmundo, nonostante la corte di società quali Real Madrid, Liverpool e Milan, sbarca a Firenze. Scrisse allora il giornale carioca O Dia. “Edmundo alterna picchi di classe in campo a capitomboli clamorosi, sia dentro sia fuori il rettangolo da gioco”.


A causa del suo comportamento non viene convocato per i Mondiale USA del 1994, che la Seleçao vincerà. Le sue liti con gli allenatori e i dirigenti sono ormai quotidiane. A ridargli un po’ di gloria giunge nel 1997 la vittoria in Coppa America: in Bolivia è il vero dominatore e nella finale contro i padroni di casa mette in mostra tutto il suo genio ma anche quel modo folle di interpretare le situazioni: rifila un pugno ad un avversario e il tecnico Zagallo, per evitare problemi, lo toglie a trenta minuti dalla fischio finale.


Il Carnevale della discordia
Come detto, nel mese di gennaio del 1998 Edmundo approda alla Fiorentina, grazie ad un’operazione di mercato del presidentissimo Cecchi Gori, che lo acquista
per 12 milioni di euro. O’Animal, tuttavia, non renderà secondo le aspettative. Scrisse allora il giornale La Nazione:“L’attaccante carioca condensa tutte le contraddizioni dovute al rapporto conflittuale tra un talento eccezionale ed una testa che non funziona come dovrebbe”. Nella città toscana i tifosi provano a sostenerlo ma al termine di quella esperienza, la sua permanenza sarà ricordata soprattutto per i suoi litigi con gli allenatori Malesani e Trapattoni, la rissa in allenamento con un giocatore della squadra Primavera, il rapporto conflittuale con i leader del gruppo Rui Costa e Batistuta e naturalmente la fuga nel febbraio del 1999 a Rio de Janeiro per il Carnevale. In quel momento la Fiorentina è in testa al campionato con buone prospettive di conquistare dopo una vita lo scudetto. Ma a sconvolgere i piani del Trap arriva l’infortunio del goleador Batistuta (17 reti in 17 partite). Il Mister lombardo, che era riuscito a far convivere Batigol con Oliveira ed Edmundo si trova senza il suo bomber numero 1. Addio scudetto? Sì, perché colui che dovrebbe sostituire l'argentino, Edmundo appunto, è andato a Rio a festeggiare.


Le speranze per un ripensamento vengono cancellate dalle immagini del brasiliano in partenza dall’aeroporto toscano di Peretola. L’attaccante risponde sbrigativo ai cronisti: “Vado a Rio al Carnevale e non so se torno. Nessuno mi ha chiesto di restare e se me lo avessero chiesto sarei partito lo stesso”. Per la Viola è la fine dei sogni. “In un momento di follia Edmundo può rovinare tutto”, diceva di lui Mario Zagallo, suo CT nel Brasile.

JACK PRAN

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