Dopo l'annuncio delle dimissioni della consigliera federale Viola Amherd, i favoriti alla sua successione hanno uno dopo l'altro gettato la spugna. Il presidente del Centro Gerhard Pfister, lunedì in conferenza stampa, ha cercato di giustificare i numerosi rifiuti con il fatto che finora si sarebbero ritirati soprattutto coloro che sono stati messi in risalto dalla stampa e che il partito in realtà dispone di persone qualificate per occupare il seggio lasciato libero da Amherd. Il messaggio implicito è che tutto sarebbe sotto controllo.
Secondo il Blick, però, nessuno ci crede veramente. Nemmeno all'interno del partito di Pfister. “Abbiamo un problema”, dicono all’interno del gruppo parlamentare del Centro. “Se continua così, finiremo lentamente ma inesorabilmente i candidati”. Poco importa quindi che Pfister cerchi di dare pubblicamente l'impressione che tutto vada bene.
Pfister, fa notare il Blick, nella Berna federale è visto come un grande stratega. È stato infatti lui a riportare il PPD al successo con la fusione del PBD in un nuovo partito di centro. Ma oggi, secondo il giornale svizzerotedesco, la leadership del partito non mostra la sua visione strategica. Troppo evidenti sono le numerose iniziative individuali e la mancanza di coordinamento e il caos è dietro l'angolo.
Lo stesso Pfister ha creato la prima sorpresa all'interno del partito rassegnando le dimissioni dalla carica di presidente. Poco dopo ha annunciato la sua partenza anche il braccio destro di Pfister, la segretaria generale Gianna Luzio. Infine, il partito è stato colto un po' di sorpresa dall'annuncio delle dimissioni di Viola Amherd. La precocità di questo annuncio può essere stata sorprendente, ma già circolavano speculazioni su potenziali dimissioni.
Il Centro avrebbe quindi avuto tempo sufficiente per sviluppare una strategia. “Chiaramente non l'ha fatto” sostiene il Blick come si vede dal fatto che i favoriti potenziali e reali si sono ritirati rapidamente, invece di sfruttare l’opportunità mediatica e alimentare la speculazione aspettando più a lungo. Così la neonata commissione di selezione è stata immediatamente spinta a cercare candidati pronti ad impegnarsi, soprattutto fuori dal Palazzo Federale.
Lo stesso Pfister era considerato il grande favorito per succedere ad Amherd. Ci ha rinunciato. La posizione non lo renderebbe felice, si giustifica. Ma i suoi colleghi di partito sono certi che Pfister fosse consapevole che, come Consigliere federale, si sarebbe trovato in una posizione difficile anche all'interno del suo stesso gruppo parlamentare. Con il suo stile di leadership dominante, probabilmente avrebbe causato qualche danno all’interno dei suoi stessi ranghi.
Già subito dopo l'annuncio di Amherd sono arrivati segnali chiari a Pfister. Le donne del Centro hanno chiesto che prima di una possibile candidatura vengano chiarite le persistenti accuse di mobbing all'interno della segreteria generale. Anche la vicepresidente Yvonne Bürgin si è espressa in modo insolitamente critico sulle ambizioni di Pfister alla trasmissione della SRF “Arena”. Pfister ha sempre avuto difficoltà ad affermarsi tra i consiglieri degli Stati del Centro, che in passato lo avrebbero regolarmente ignorato.
D'ora in poi il Centro non solo sarà senza candidati, conclude il Blick: l'ondata di dimissioni ai suoi vertici rischia di mettere alla prova questo partito ancora giovane. L'abbandono di Amherd e la ricerca di un successore hanno fatto scoppiare nuove lotte di potere tra l’ala sinistra e quella destra del Centro, lotte che difficilmente potrebbero arrivare in un momento più sfavorevole.