CORRIERE DEL TICINO - «Fare politica è una missione, mi sono gettato anima, corpo e cuore. È una sfida impegnativa, ma mi sta dando soddisfazioni». Così Daniele Piccaluga, da sei mesi coordinatore della Lega, rivendica il suo impegno totale nel guidare il movimento. L’“arrocco” è il marchio della sua gestione: «Ho guardato la Lega e mi sono detto: osiamo. Era il momento di smuovere le acque dopo troppo immobilismo. Forse si poteva fare prima, ma sono orgoglioso di aver avuto il coraggio di aprire un varco su un tabù».
«Marcia indietro? Mai», scandisce Piccaluga. «L’Esecutivo ha accolto, almeno nel principio, la proposta della Lega. A smuovere un Governo immobile ci è voluta la Lega. Qualcuno fa finta di non vederlo, ma la verità è che noi ci siamo eccome». Con una stoccata ai grandi partiti: «Dal 26 gennaio ho sentito mille volte proposte e parole, ma nessuno ha fatto nulla. Noi abbiamo agito».
Sul fronte elettorale, il coordinatore resta fiducioso: «Zali mi ha promesso una decisione nei prossimi mesi e non credo che tarderà. Con l’UDC apriremo la discussione: vedremo se per loro conterà più un nome o i due seggi a Berna. Io resto convinto della possibilità di un accordo al 50%». Piccaluga difende anche i rapporti interni: «Con Gobbi e Zali c’è stato subito un confronto schietto, hanno dimostrato di essere pronti a uscire dalla comfort zone. Non tutti oggi hanno questo coraggio».
Non manca un affondo al presidente del Centro: «Fiorenzo Dadò? Spesso si scontra con noi, credo abbia un amore viscerale verso la Lega. Ma io non ho tempo da perdere con lui: nella Lega c’è troppo da fare per restare a pensare al nulla cosmico». Quanto al futuro, Piccaluga non esclude nulla: «Una candidatura al Governo? In politica è tutto possibile, ma oggi la mia testa è su quello che c’è da fare, non su quello che potrei fare».