DAVOS – La sassata di Luca Fazzini al minuto 58 della sfida tra Davos e Lugano è stata, forse, la cosa di cui la squadra bianconera aveva bisogno per provare ad andare in pausa con un minimo di fiducia in più. Si perché in casa della prima della classifica, la formazione di Gianinazzi ha faticato terribilmente a contenere le sfuriate di Zadina e compagni e solo i ferri (ben 3 quelli colti dai grigionesi) e uno Schlegel finalmente tornato sui suoi livelli hanno tenuto in vita la contesa. Poi al supplementare ci ha pensato Honka a far scorrere i titoli di coda, ma questo forse poco conta. Ciò che era ed è più importante, è stato il fatto di aver racimolato qualcosa nel contesto di un weekend davvero complicato, viste le sfide contro i Lions e lo stesso Davos.
Il calendario in questo momento è quello che è, ma data la situazione in classifica dei bianconeri anche questo aspetto deve passare in secondo piano. Fazzini e compagni sono chiamati ad affrontare ogni partita con testa, cuore e aggressività: tutti aspetti che nell’ultimo mese sono spariti e che solo a tratti si sono intravisti. Ecco perché – in realtà lo dicevamo già un mese fa – la pausa per la Nazionale è assolutamente benedetta dalle parti della Cornèr Arena.
Con l’arrivo di Törmanen, chiamato a dare una mano a uno staff tecnico andato terribilmente in difficoltà di fronte alla prima grave crisi, il Lugano avrà qualche giorno per provare a ricostruirsi, per trovare la sua dimensione, per ritrovare una certa quadratura e per tentare una disperata risalita in classifica. Ormai gli obiettivi tanto decantati a settembre sono praticamente tutti evaporati, ma ritrovarsi addirittura fuori dalla zona pre playoff non è accettabile.
I problemi sotto le volte di quella che una volta si chiamava Resega sono una marea e sono evidenti a tutti, ma la squadra, lo staff tecnico e quello societario sono chiamati tutti assieme a trovare una soluzione a un declino difficilmente immaginabile solo qualche mese fa.