Sport, 22 novembre 2024

Crashgate, la colossale truffa ideata da Briatore

Nel GP di Singapore del 2008 ordinò a Piquet di andare a muro per favorire Alonso

LUGANO - Flavio Briatore è il tipico self made dotato di talento per gli affari (anche quelli poco puliti). Si è costruito una carriera di successo grazie alle sue conoscenze e alle sue capacità manageriali. Si dice abbia un diploma di geometra ma è tutto da verificare. In passato ha conosciuto Michele Sindona, il che gli conferisce la patente di persona poco affidabile. Briatore inizia a Milano la sua scalata; inizia in Borsa, poi finisce indagato per gioco d'azzardo e infine nel 1990 entra nel team di formula 1 di Luciano Benetton. Ed è proprio lui a scoprire un giovane pilota dalle grandi potenzialità, Michael Schumacher, grazie al quale si costruisce una fama di manager di successo. Poi arrivano i trionfi e i soldi: a metà anni Novanta due titoli mondiali con la Benetton (targati Schumacher), 10 anni dopo con il giovane spagnolo Fernando Alonso ( con la Renault). Una carriera incredibile, quella del piemontese, ricca però anche di clamorosi tonfi (vedi caso Singapore 2008). Briatore apre, fra le altre cose, alcune discoteche e ritrovi di lusso, fra i quali il famoso Billionaire in Sardegna. 


Accanto a sé, inevitabilmente, ci sono donne per così dire... spaziali: la modella Naomi Campbell per 5 anni sarà la sua fidanzata. Il manager non si fa mancare nulla: vive in abitazioni da nababbi, una delle quali a Malindi, in Kenya, dove spesso lo va a trovare Silvio Berlusconi, per il quale ha sempre avuto simpatie politiche. Si è sposato due volte (la seconda con la showgirls Elisabetta Gregoraci, di 30 anni più giovane e dalla quale ha avuto un figlio). I due si sono separati consensualmente nel 2017. Dopo aver sconfitto il cancro, nel 2020 Briatore è risultato positivo al coronavirus.


Un brutto affare
Briatore ha una nutrita lista di procedimenti penali e pure in campo sportivo non si fa mancare nulla. Nel 2008, con la complicità di Piquet e Alonso, provoca il Crashgate, ossia il tentativo di cambiare l'esito del Gran Premio di Singapore del 2008, disputato in notturna. Ma cosa è successo esattamente? Di tutto e di più. Cominciamo col dire che il circuito cittadino asiatico è tortuoso e pericoloso. Basta un minimo errore e in pista arriva la safety car. Massa (Ferrari) è in lotta con Hamilton per il titolo e non può sbagliare, visto che si trova a dover rincorrere il britannico. Al via parte fortissimo e si porta in testa. Alle sue spalle Hamilton e il campione del mondo in carica Raikkonen (Ferrari). Al quindicesimo giro succede il caos: la Renault di Piquet junior, dopo aver rimbalzato sul muro della Raffles Avenue, finisce in testacoda e si schianta contro il muro di protezione. E così entra in scena, per altro attesa, la safety car. Tutto da rifare.


A quel punto Alonso anticipa tutti e rientra ai box. Poi iniziano anche i pit-stop dei piloti che stavano dominando la scena: Massa, Hamilton e Raikkonen. Ma il finlandese trascina con sé la pompa della benzina, ancora agganciata alla monoposto, spargendo carburante sulla pit-lane. Nella confusione si ferisce un meccanico della Ferrari. Ma non solo: Massa è costretto a fermarsi all'uscita dai box perché il bocchettone con tutto il tubo della benzina non si è staccato dalla sua vettura. Ci pensano i meccanici a toglierlo dai guai. Quando riparte è tristemente ultimo. Insomma: la Ferrari ha combinato un pasticcio e ad approfittarne inizialmente è Rosberg, che ora è primo davanti a Trulli e Fisichella: poi Kubica, Alonso, Webber, Coulthard, Hamilton, Vettel e Glock. Non è finita, perché negli ultimi venti giri ne succedono di tutti i colori. Inizia infatti il festival dei ritiri e alla fine del Gran Premio Alonso si ritrova inaspettatamente vincitore davanti a Rosberg e Hamilton, che fa un ottimo affare in ottica campionato.


La mazzata della FIA
Nel 2009 esplode il caso: Piquet viene infatti licenziato da Briatore per scarso rendimento e lui, per ripicca, dichiara di essere stato costretto dal team manager ad andare a muro per far entrare la safety car e favorire Alonso a Singapore. E così la FIA apre una inchiesta su Flavio Briatore e Pat Symonds, ingegnere della Renault. Per evitare imbarazzi alla casa francese i due rassegnano le dimissioni. E poi, per altro attesa, arriva la mazzata: radiazione per Briatore, squalifica per 5 anni per Symonds, squalifica di due anni con la condizionale per la Renault, nessuna per Alonso e Piquet. Ma nel 2010 un tribunale francese annulla la squalifica a vita di Briatore (tanto che oggi è consulente della Alpine!) ritenendo irregolare il procedimento adottato dalla federazione internazionale. Piquet junior tuttavia non cambia la sua versione dei fatti e tira in ballo Alonso. Lo spagnolo sapeva tutto, avverte il brasileiro che dà pure del mafioso al suo ex datore di lavoro (Briatore). Che vergogna!


JACK PRAN

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