Sport, 03 novembre 2024

La storia di Heidi Krieger la donna diventata uomo

Era giovanissima quando fu avviata al doping dal regime della DDR

LUGANO - Che brutta storia! Di politica sportiva e di sfruttamento; un film di vessazioni, torture psicologiche e di minacce. È la vicenda di Heidi Krieger, la donna che diventò uomo: era ancora una ragazzina quando fu introdotta nella centrale del doping tedesco-orientale. Un vero e proprio dramma umano, come quello di tante altre giovani atlete del paese sottomesso all`Unione Sovietica, l’insieme di repubbliche che dalla fine della Seconda guerra mondiale al 1989 governò con il pugno di ferro metà del territorio europeo. Heidi, per altro, non si accorse di nulla: più il tempo passava, più il suo corpo subiva delle trasformazioni a causadegli ormoni e degli steroidi. Doveva diventare una protagonista internazionale nel lancio del peso e del disco per dare prestigio alla DDR, per affermare la supremazia del comunismo nel mondo sportivo. A soli 13 anni conobbe Manfred Ewald, il vero artefice del sistema doping della Germania Est, colui che impartiva gli ordini allo staff medico: somministrare ai ragazzi e alle ragazze sostanze proibite e nocive per trasformarli in atleti-robot, indistruttibili e imbattibili. Heidi fu così oggetto di una vero e proprio cambiamento fisico: non solo perché a 15 anni riusciva già a lanciare il peso ad oltre 14 metri, ma anche perché il suo aspetto diventava sempre più mascolino. Presto però iniziarono i problemi, e cioé la decadenza fisica. Forti dolori muscolari la costrinsero infatti a sottoporsi a delle cure e nel 1991 decise di ritirarsi. Un autentico trauma. Scoprì in seguito che i guai le furono provocati da uno steroide che le era stato somministrato per anni: l’Oral-Turinabol. Qualche anno dopo, dopo aver tentato anche il suicidio, Heidi decise di cambiare sesso e diventò Andreas Krieger. In un’intervista disse che le sostanze che assumeva inconsapevolmente lo avevano trasformato in una persona in cui non si riconosceva più e perciò lottò contro coloro che l’avevano ridotto così. Sino a quando ottenne la condanna di Manfred Ewald e dei suoi collaboratori. 


Ewald il mostro
Il “carnefice” di Heidi Krieger fu Manfred Ewald e per un trentennio è stato il numero 1 dello
sport della DDR. Fu definito il mostro dalle sue vittime. Membro del comitato centrale del Partito comunista e presidente del CIO nazionale, ha diretto a lungo (dal 1961 al 1988) la centrale del doping, centrale che coinvolgeva oltre un centinaio di persone. Fu lui, con il suo braccio destro Manfred Hoeppner, a provocare gravi lesioni a una ventina di giovani atlete, fra le quali anche delle minorenni, con la somministrazione, senza che ne fossero a conoscenza, di ormoni maschili. Per questo motivo fu condannato a 22 mesi di prigione, sospesi con la condizionale, per il doping imposto agli atleti del proprio paese.


Alla base della sua incriminazione ci fu la denuncia di 22 ex atlete che durante il processo affermarono di aver riportato gravi e permanenti danni fisici a causa di una medicina a base di steroidi anabolizzanti imposto dai vertici dello sport tedesco-orientale (il mutamento della voce, le malformazioni fisiche, le malattie gravi come il cancro).


Il nuovo Krieger
Andreas Krieger oggi è un imprenditore di grande successo. Vive in una ex città della DDR (Magdeburgo) ed è sposato dal 2002 con Ute Kause, anche lei costretta al doping dai suoi tecnici e che nel 2008 denunciò le pratica del regime comunista sui propri atleti. Krieger e la moglie sono diventati paladini della lotta alle droghe nello sport, in particolare contro la Cina. I Krieger sono anche in prima linea nella battaglia per il rispetto dei diritti umani nel mondo.

JACK PRAN

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