Titolo svizzero: “Sono tifoso granata da quando ero bambino. Le prime partite le ho seguite al campo di Via Franscini con mio padre, grande appassionato di calcio. A 13 anni ho visto il Bellinzona vincere il campionato, era il 1948. Un titolo memorabile per una realtà piccola come la nostra. Poi, quando ho cominciato a lavorare alle PTT (ai telefoni, ndr) ed ho guadagnato qualche soldo, ho fatto la tessera del club. Da allora, la rinnovo tutti gli anni, sempre in tribuna centrale”.
Trasferte: “Con un gruppi di amici e tifosi seguivamo le partite anche in trasferta, quasi sempre in treno, visto che a quei tempi la macchina era un lusso. La passione ci portava ovunque. Pian piano sono entrato a far parte del gruppo di accompagnatori delle squadre giovanili e pure delle cosiddette Riserve. Sempre ed esclusivamente volontario. Siccome non ho mai giocato, e quindi non potevo portare conoscenze o esperienze ai giocatori, mi sono concentrato sul ruolo di suiver. Mi sono sempre trovato benissimo ed ho costruito e poi cementato amicizie”.
Momenti: “Ho vissuto tutti i momenti più belli e più brutti della società. Dalla vittoria in campionato di cui accennavo prima al fallimento del 2013. Momenti esaltanti e momenti tristi. Ma la fede è sempre stata incrollabile. Andavo a vedere il Bellinzona anche in Seconda regionale, subito dopo la fine dell'era Giulini. Un grande ringraziamento, a questo proposito, lo devo fare a coloro che in quegli anni si misero a disposizione per risollevare le sorti dell' ACB. Senza di loro oggi non saremmo qui”.
Coppa Svizzera: “Non abbiamo mai avuto un gran feeling con la Coppa Svizzera. Nel 1969 l'abbiamo persa in finale contro il San Gallo ed io ero presente. Così come nel 2008, quando fummo sconfitti dal Basilea. Ma se in questo secondo caso non ci eravamo illusi di portare a casa il trofeo (i renani erano troppo forti!), nel primo ancora adesso mi viene la rabbia: contro i sangallesi eravamo favoriti eppure perdemmo. Le polemiche della vigilia sui giocatori da schierare ci tolsero troppe energie”.
Otto Scerri: “Il Bellinzona di Otto Scerri era una famiglia. Quasi tutti i giocatori lavoravano per l'imprenditore sopracenerino. Una sorta di semi-professionismo, presente anche in altre società del Cantone. A proposito del presidente: oggi non ci sono più mecenati e le società fanno fatica a trovare finanziamenti. A Lugano hanno Joe Mansueto. Renzetti non ce la faceva più da solo”.
Il preferito: “Il mio idolo di sempre? Senza dubbio Paulo Cesar. Ero molto legato al campionebrasiliano. Oltre ai suoi meriti calcistici, lui era molto simpatico ed umano. Tutte le volte che mi vedeva mi abbracciava. Conservo un bellissimo ricordo di lui. Ma anche Mario Sergio fu uno dei
miei preferiti. I due insieme fecero cose pazzesche. La presenza degli assi brasiliani a Bellinzona accese grande entusiasmo tutto il Cantone”.
Il torneo: “Hanno detto che il torneo non lo lasceranno morire. Lo spero vivamente. Io ho dato un pezzo della mia vita alla rassegna dei Castelli. Ho visto giocare i giovani Beckenbauer, Mazzola e Blokhine, tutta gente che ha poi vinto titoli e allori importanti. Sarebbe peccato se sparisse il nostro beneamato torneo. È vero: per organizzare questo evento ci vogliono soldi ed oggi è sempre più difficile trovare sponsor. Mi dispiace molto per Alfio Moro, che negli ultimi anni si è dato da fare per tenerlo vivo. Spero che la nuova dirigenza rilanci questa manifestazione”.
Boca Juniors: “Ho fatto per anni l’accompagnatore di alcune squadre partecipanti al torneo. L'Inter per un buon tempo, poi dagli Anni Duemila ho seguito le squadre sudamericane, che alloggiavano quasi sempre al Gamper, sul viale della stazione. Boca Juniors, River Plate, Velez Sarsfield, Palmeiras, Atletico Mineiro. Grande entusiasmo e grandi momenti. Anche se poi il conto delle cene al ristorante e quello della benzina del torpedone lo pagavo sempre io… (ride, ndr.)”.
Martignoni: 'Sono contento che Brenno sia approdato al Bellinzona. Ha portato una ventata di simpatia e ottimismo che mancava da tempo. Ha dei progetti in testa e sono sicuro che li realizzerà. Lui viene da una famiglia legatissima al Bellinzona'.
Bentancur: “Ho fiducia nel dirigente sudamericano. Lasciamolo lavorare in pace e alla fine i risultati verranno. Forse non saliremo in Super League subito, quest'anno è difficile. Ma la squadra è in crescita e sono fiducioso. A Bentancur chiedo che migliori l' organizzazione della società. Quella che è totalmente mancata sinora”.
Lo stadio: “Si è parlato parecchio, negli ultimi giorni, dell’eventualità di costruirne uno. Sarebbe bello e in fondo ci spero. In questo momento, però, la vedo dura. Bisogna trovare il terreno giusto e qualcuno che finanzi tutta la operazione. Dicono ce ne sia uno”.
A.M.
Il torneo: “Hanno detto che il torneo non lo lasceranno morire. Lo spero vivamente. Io ho dato un pezzo della mia vita alla rassegna dei Castelli. Ho visto giocare i giovani Beckenbauer, Mazzola e Blokhine, tutta gente che ha poi vinto titoli e allori importanti. Sarebbe peccato se sparisse il nostro beneamato torneo. È vero: per organizzare questo evento ci vogliono soldi ed oggi è sempre più difficile trovare sponsor. Mi dispiace molto per Alfio Moro, che negli ultimi anni si è dato da fare per tenerlo vivo. Spero che la nuova dirigenza rilanci questa manifestazione”.
Boca Juniors: “Ho fatto per anni l’accompagnatore di alcune squadre partecipanti al torneo. L'Inter per un buon tempo, poi dagli Anni Duemila ho seguito le squadre sudamericane, che alloggiavano quasi sempre al Gamper, sul viale della stazione. Boca Juniors, River Plate, Velez Sarsfield, Palmeiras, Atletico Mineiro. Grande entusiasmo e grandi momenti. Anche se poi il conto delle cene al ristorante e quello della benzina del torpedone lo pagavo sempre io… (ride, ndr.)”.
Martignoni: 'Sono contento che Brenno sia approdato al Bellinzona. Ha portato una ventata di simpatia e ottimismo che mancava da tempo. Ha dei progetti in testa e sono sicuro che li realizzerà. Lui viene da una famiglia legatissima al Bellinzona'.
Bentancur: “Ho fiducia nel dirigente sudamericano. Lasciamolo lavorare in pace e alla fine i risultati verranno. Forse non saliremo in Super League subito, quest'anno è difficile. Ma la squadra è in crescita e sono fiducioso. A Bentancur chiedo che migliori l' organizzazione della società. Quella che è totalmente mancata sinora”.
Lo stadio: “Si è parlato parecchio, negli ultimi giorni, dell’eventualità di costruirne uno. Sarebbe bello e in fondo ci spero. In questo momento, però, la vedo dura. Bisogna trovare il terreno giusto e qualcuno che finanzi tutta la operazione. Dicono ce ne sia uno”.
A.M.