LUGANO - Oltre alle scuole, inizia anche la stagione di caccia. E’ ora che nel mirino ci finisca il lupo. Ma sul serio! Nelle scorse settimane si sono tenute le serate informative del Cantone per i cacciatori intenzionati a contribuire alla “regolazione” (=impallinamento) del grande predatore. Speriamo che i cacciatori ci diano dentro, perché la situazione è ormai insostenibile! Tanto per dirne una: nei giorni scorsi un lupo è stato avvistato perfino nei boschi di Stabio. Tra un po’ ce lo ritroveremo anche in via Nassa a Lugano!
“Non ce la facciamo più”
E’ chiaro che così non si va avanti. L’inazione può solo aggravare il problema. Mercoledì gli agricoltori dell’Alta Vallemaggia, già duramente colpita dal maltempo, hanno lanciato l’allarme: “Non ce la facciamo più”. Il predatore costituisce infatti una minaccia esistenziale per l’agricoltura di montagna. Senza di essa, va a ramengo non solo un settore economico, ma anche una tradizione. E finisce pure la gestione del territorio. Con tutte le conseguenze del caso per il turismo.
Forse qualche animalista da salotto urbano si dimentica che, per la popolazione rurale, la montagna non è un parco giochi per il fine settimana: è la fonte di sussistenza. Sussistenza che necessita di duro lavoro, sette giorni su sette. Altro che “home office” dal divano, orari ridotti e congedi pagati per ogni cip! E i lupisti mancano di rispetto a questo duro lavoro. Dimenticandosi oltretutto che ci porta il cibo sul tavolo.
Altro che sperperare milioni…
Ed è inutile che i citati animalisti da salotto urbano si riempiano la bocca con le “misure di protezione” di cui naturalmente non sanno una cippa. Tali misure, sugli impervi alpeggi ticinesi, sono in gran parte inapplicabili! Sarebbe divertente se ad un lupo venisse l’uzzo di azzannare le ciapett di qualcuno di questi soggetti; o magari di qualche politicante gauche-caviar o burocrate incravattato che la remena con decrepite convenzioni internazionali a difesa del lupo, sottoscritte quando di lupi non ce n’erano proprio! Adesso la situazione si è ribaltata. E se le predazioni diminuiscono, è semplicemente perché il bestiame non viene più portato all’alpe per paura di trovarselo sbranato il giorno dopo! Inoltre, visto che bisogna risparmiare, col piffero che siamo d’accordo di sperperare milioni di franchi per indennizzare gli allevatori vittime delle predazioni del lupastro! Servono fucili spianati, altro che risarcimenti pagati con i nostri soldi!
Il ballo di Simone?
E’ poi incredibile che, davanti all’avvistamento di lupi perfino a Stabio, invece di decretare il fuoco libero sul predatore, vengano reiterate le strampalate “regole di buona condotta” cantonali. Regole che prescrivono, in caso di incontro ravvicinato col predatore, di “ alzare le braccia sopra la testa e fare rumore battendo le mani” (sic!). Qualcuno si dev’essere ispirato al motivetto anni Sessanta “Il ballo di Simone”, di Giuliano e i notturni, ed al suo noto ritornello: “Batti in aria le mani / e poi falle vibrar / se fai come Simone / non puoi certo sbagliar”.
Ma stiamo busciando?
No a requisiti assurdi. Non siamo in Siberia: la Svizzera ed il Ticino sono aree densamente popolate. Di spazio per far proliferare il lupo non ce n’è! Del resto, la belva è stata assente per oltre un secolo. Nessuno ne ha sentito la mancanza.
Di conseguenza, speriamo che i cacciatori interessati a partecipare alla “regolazione” del lupo siano numerosi e motivati. E nessuno deve sognarsi di pretendere che, prima di sparare ad un lupo, il cacciatore gli chieda la carta d’identità e l’analisi del DNA! Per arrestare un rapinatore, mica si aspetta che metta a segno 10 colpi! Tra l’altro, la gestione proattiva viene fatta anche con lo stambecco, che fa molti meno danni. Il lupo è forse “più bello”? Oltre a commettere stragi di ovini e caprini (e, in qualche caso, anche di bovini) a furia di venire protetto prima o poi il lupastro aggredirà un bambino o un anziano. Sveglia!
LORENZO QUADRI