La guerra in Ucraina si è rivelata un test per la neutralità svizzera. Le sanzioni contro la Russia e il divieto a diversi Stati di inviare a Kiev attrezzature belliche di fabbricazione svizzera, per esempio, hanno provocato accese discussioni sulle conseguenze per la neutralità.
È per questo che politici di destra, a partire dal tribuno dell'UDC Christoph Blocher e all'ex consigliere nazionale Walter Wobmann, vogliono limitare il margine di manovra del governo in futuro. La loro iniziativa di neutralità vuole ancorare saldamente la "neutralità perpetua e armata" nella Costituzione. La collaborazione con la NATO, ad esempio, sarebbe autorizzata solo in caso di attacco militare contro la Svizzera.
Anche le “misure coercitive non militari” contro i paesi belligeranti, come le sanzioni contro la Russia, sarebbero proibite se non fossero state decise dall’ONU. Il Consiglio federale ha respinto l'iniziativa prima delle vacanze estive e raccomanda di respingerla senza controprogetto. Secondo l’organismo, l’attuale pratica della neutralità ha dato prova di sé e offre “una certa flessibilità”, che consente di utilizzarla in modo ottimale come strumento per difendere gli interessi nazionali.
Ma la decisione di respingere l'iniziativa senza controprogetto non è stata incontrastata, come dimostrano i documenti relativi alla consultazione interna degli uffici ricevuti da Blick, sulla base della legge sulla trasparenza. Qui vengono descritte diverse opzioni, compresa quella di un controprogetto diretto.
Il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) del consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del dossier, aveva addirittura elaborato una proposta concreta: riprendere la richiesta dei promotori di una neutralità armata perpetua così come rinunciare all'appartenenza ad un'alleanza militare e una cooperazione limitata. Le restrizioni alle sanzioni, però, sarebbero state rimosse.
L'opinione dominante all'interno del DFAE è però chiara: l'iniziativa deve essere respinta senza controprogetto. Il ministro dell’Economia dell’UDC, Guy Parmelin, ha invece lanciato una controproposta: “Noi sosteniamo la richiesta dell’iniziativa di ancorare più saldamente la neutralità svizzera nella Costituzione”. Secondo lui il controprogetto sarebbe “sensato ed equilibrato”. Ciò consentirebbe alla popolazione di impegnarsi chiaramente per la neutralità senza dover accettare l’iniziativa che va oltre.
La Segreteria di Stato per la politica di sicurezza del Dipartimento della difesa della consigliera federale del Centro Viola Amherd ha invece avvertito che la controproposta “implica un chiaro cambio di rotta e una forte limitazione delle possibilità di cooperazione”. Alla fine Ignazio Cassis si è affermato in seno al Consiglio federale ritenendo che la politica di neutralità finora perseguita avesse dato buoni risultati e che il margine di manovra non dovesse essere limitato.
Dalla parte degli iniziativisti, il capogruppo dell'UDC Thomas Aeschi si è mostrato sorpreso dalla discussione interna all'amministrazione su un controprogetto. E ne è felice: “Ciò dimostra quanto sia importante chiarire la questione della neutralità a livello costituzionale” ha detto Aeschi al Blick. Si dice disponibile a discutere un controprogetto in Parlamento. Ma Ignazio Cassis deve prima presentare il suo messaggio. Ciò dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.