Di conseguenza, i britannici saranno costretti a scegliere se rimanere in patria e fare i conti con il relativamente esoso (specie se confrontato con la Svizzera) fisco britannico oppure se trasferirsi all'estero in luoghi con una tassazione più favorevole. In verità, la fuga dal Regno Unito è già realtà da tempo e la Svizzera figura fra le mete privilegiate dai ricchi inglesi che intendono trasferirsi. E anche il canton Ticino potrebbe essere particolarmente attrattivo per questa categoria di persone. Per questo gli economisti Samuele Vorpe e Francesca Amaddeo del Centro di competenze tributarie e giuridiche della SUPSI sono stati incaricati dalla Città di Lugano per sviluppare una strategia per attirare nuovi contribuenti dal Regno Unito.
Un'iniziativa che è stata confermata al Corriere del Ticino dal municipale responsabile delle finanze Marco Chiesa, secondo cui la città sul Ceresio sta mettendo a punto una strategia a più livelli. “Il primo aspetto su cui investiremo è la comunicazione, creando delle piattaforme informative ad hoc per presentarci ai globalisti residenti in Gran Bretagna. Inoltre, intendiamo attivarci immediatamente anche ‘sul terreno’ organizzando incontri con attori istituzionali e finanziari attivi oltre Manica”.
Un aspetto sottolineato anche da Vorpe e Amaddeo, ossia che per attirare nuovi contribuenti facoltosi è necessario sviluppare i rapporti con Londra, come è stato fatto in passato quando è stato firmato un accordo lo scorso anno fra le piazze finanziarie svizzera e britannica che consente, tra le varie cose, di fornire servizi transfrontalieri direttamente a clienti privati del Regno Unito con un patrimonio superiore a 2 milioni di sterline.
Ma come farà Lugano a attirare i super-ricchi britannici? “Gli atout di Lugano sono straordinari – spiega Chiesa al CdT – ma la valorizzazione dell’aeroporto di Agno è un tassello fondamentale”.
Per dare uno sbocco concreto all'iniziativa, ci vorrà tuttavia del tempo. Di più se ne saprà il prossimo 30 settembre, quando il LAC accoglierà un convegno organizzato dalla SUPSI proprio sul tema dei res non dom. “Per quella data vogliamo aver definito nel dettaglio una strategia chiara e aver provveduto all’implementazione delle prime iniziative” conclude Chiesa. “Stare in attesa con le mani in mano non è un’opzione”.