Magazine, 22 luglio 2024

Uccise la fidanzata: “Lo stress da covid è un’attenuante”

Nel 2020 l’uomo strangolò e uccise la compagna. In primo e in secondo grado era stato condannato all’ergastolo, ma per la Cassazione le cose cambiano

FURCI SICULO (Italia) – In piena pandemia uccise, soffocandola, la sua fidanzata. Per questo venne condannato all’ergastolo per omicidio aggravato. Ma per la Cassazione i giudici di primo e secondo grado non avrebbero considerato che lo stress legato al Covid avrebbe avuto un peso sul femminicidio della 27enne Lorena Quaranta, per mano del fidanzato, Antonio De Pace. Così la Cassazione ha annullato, limitatamente a questo punto, le sentenze precedenti dando così il via a un nuovo appello in cui De Pace potrebbe vedersi annullato l’ergastolo e concesse le attenuanti generiche. 

 
 
La vicenda risale al marzo 2020, quando si era in piena pandemia. La giovane Lorena Quaranta era ormai prossima alla laurea in medicina e da qualche settimana accusava un mal di gola. De Pace, un infermiere, forse perché convinto che lei avesse contratto il virus, aveva deciso di tornare dai parenti in Calabria. La ragazza lo aveva pregato di restare per portarle delle medicine. Dopo una lite tra i due, il giovane la strangolò nell’appartamento dove convivevano da circa un anno.
 
 
Dopo aver tentato due volte il suicidio, l’uomo avvisò le forze dell’ordine. Stando alla Cassazione, “in un frangente storico drammatico, in cui l’umanità intera è stata chiamata dall’oggi al domani a resistere a un pericolo, sino a quel momento sconosciuto, invasivo e in apparenza inarrestabile”, il femminicida “ha vissuto un disagio psicologico poco a poco evoluto in ansia e quindi angoscia”.
 
 
Condannato in Appello all’ergastolo per omicidio aggravato, stando ai giudici della prima sezione penale della Cassazione, deve essere sottoposto a un nuovo processo. “La sentenza non tiene conto della causa che ha procurato la condizione di agitazione. Tale situazione avrebbe anche ostacolato la pronta attivazione di quei presidi, di ordine psicologico, affettivo e sanitario diretti a mitigare gli effetti e a prevenire l’escalation”.
 
 
Per i giudici De Pace “ha sentito crescere dentro di sé un forte disagio psicologico” che avrebbe inciso sul suo gesto. Se il nuovo appello dovesse condividere le posizione della Cassazione, l’uomo potrebbe ottenere non solo la cancellazione dell’ergastolo, ma anche usufruire di uno sconto di pena.

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