Si presentava come un imprenditore di successo e molto ricco. In realtà, però era un truffatore che faceva credere di poter far fruttare investimenti, in modo da sottrarre soldi a chi era stato sedotto dalla sua parlantina. Ma alla fine è stato scoperto. Martedì, un libanese di 60 anni è stato condannato a 36 mesi di carcere, di cui 18 mesi da scontare, nonché all'espulsione dalla Svizzera per almeno sei anni, dopo aver organizzato una frode multimilionaria.
Come riporta la NZZ, il truffatore ha giocato soprattutto sul suo cognome, uguale a quello della ricca famiglia Safra a capo dell'omonima banca svizzera. Insieme ad una rete di menzogne sulla creazione di imprese, l'uomo ha così attirato le grazie di sei persone pronte a fornirgli del denaro. Una truffa colossale, le cui somme non sono mai state restituite, per un ammontare di oltre tre milioni di franchi. La piccola fortuna ha permesso all'uomo di condurre per alcuni mesi uno stile di vita sontuoso e lussuoso.
Durante il processo di martedì, “Ariel Safra” ha confessato i fatti. L'udienza si è svolta secondo una procedura semplificata e il giudice incaricato del caso ha seguito in tutto e per tutto la richiesta del Pubblico Ministero. Dato che l'imputato era già detenuto da 28 mesi, la sua pena detentiva è già stata espiata e verrà quindi presto consegnato alle autorità per essere deportato.