Al più tardi il 31 maggio Credit Suisse cesserà di esistere. 141 anni dopo la sua creazione, l'ex seconda banca svizzera farà parte della storia e UBS SA assorbirà Credit Suisse SA. Questa fusione segna l’inizio di una nuova era del settore bancario. Dopo l'accordo di emergenza del 19 marzo 2023, il 31 maggio segna una delle tappe più importanti nella fusione delle due grandi banche. Solo dopo la fusione giuridica delle due società madri UBS potrà iniziare a trasferire i clienti del Credit Suisse sui propri sistemi, se quest'ultimo lo desidera. Questo sarà quindi l’inizio di un lungo processo che si concluderà solo l’anno prossimo.
La fusione giuridica comporta tuttavia modifiche con effetto immediato. La direzione generale e il consiglio d'amministrazione del Credit Suisse verranno sciolti. UBS non vuole ancora dire cosa accadrà agli undici membri della direzione del Credit Suisse, ossia se saranno impiegati da UBS o se saranno licenziati. Finora l'unica informazione trapelata è che il CEO del Credit Suisse Ueli Körner lascerà la grande banca. La sorte degli altri dirigenti non è ancora ufficialmente nota.
Due di loro fanno parte già da diversi anni della direzione del Credit Suisse. È il caso del responsabile della Svizzera André Helfenstein, della responsabile delle risorse umane Christine Graeff e della responsabile della compliance Nita Patel. Altri sono stati elevati a incarichi importanti solo nel 2023, perché alcuni membri della direzione si erano dimessi.
Sarà interessante vedere cosa succederà in particolare a Yves-Alain Sommerhalder, che aveva già lasciato il Credit Suisse per UBS prima del crollo, ma è tornato l'anno scorso alla guida del Wealth Management di Credit Suisse. Resta aperta la questione se tornerà in UBS Private Banking.
Il presidente del consiglio di amministrazione del Credit Suisse è Lukas Gähwiler, che è anche vicepresidente di UBS e membro del consiglio di amministrazione della casa editrice Ringier.