ZURIGO – La sfida del Wankdorf del prossimo weekend sarebbe potuta essere una di quelle sfide memorabili, da ricordare negli annali, una di quelle potenzialmente decisive nell’ottica di un interno campionato. Sarebbe potuta essere, appunto, perché a conti fatti il match decisivo per assegnare il titolo di campione svizzero si è giocata sabato sera… a Cornaredo. Lo sfortunato KO del Lugano contro il San Gallo, sommato al successo colto dall’YB ieri a Zurigo sulla spina emotiva dell’inciampo bianconero, ha di fatto chiuso ogni velleità di titolo per la banda del Crus.
Bisogna anche dire che recuperare 6 punti ai gialloneri, o per meglio dire 7 visto che in caso di arrivo a pari punti a risultare decisiva sarebbe stata la differenza reti nettamente a favore degli uomini di Magnin, sembrava un’impresa stoica, quasi impossibile in sole 5 partite, ma l’acquolina era venuta un po’ a tutti: ai tifosi bianconeri, al tecnico, ai giocatori, a tutto l’ambiente.
Il Lugano alla fine ha pagato a caro prezzo il KO di inizio 2024 contro il fanalino di coda Stade Lausanne e il fatto di non aver sfruttato a pieno le perdite fatte registrare nel mercato invernale dallo stesso YB e dal Servette: le partenze di Nsame e di Bedia potevamo rappresentare un macigno per le due compagini che occupano ora le prime due posizioni in classifica, mentre il Lugano pur contando su un attaccante decisamente forte, Celar, per vincere ha bisogno che tutta la squadra giochi al top, perché lo sloveno – seppur ottimo bomber – non è ancora in grado di prendersi la squadra sulle spalle, come avevano dimostrato di saper fare i due cecchini dei bernesi e dei ginevrini.
Resta il fatto che la stagione bianconera resterà un autentico successo, perché lottare fino a una manciata di giornate dalla fine del campionato per il titolo era una cosa che non accadeva da 25 anni e poi perché il Lugano può vantarsi di avere in panchina il miglior tecnico del campionato, per come Mattia Croci-Torti sia in grado di leggere le partite prima e durante l’incontro. Un vanto che potrebbe anche portare nelle casse bianconeri tanti soldi, qualora da Berna dovesse arrivare una chiamata per portare il tecnico momò sulla panchina dello Stade de Suisse. Senza dimenticare che il 2 giugno si disputerà la vera partita più importante della stagione: la finale di Coppa svizzera, alla quale il Lugano dovrà arrivare in forma fisica e mentale, mettendo da parte in maniera serena e coscienziosa quel sogno di titolo di campione svizzero sfumato a inizio maggio.