MILANO (Italia) – Gianni Rivera contro il Milan. Letta e detta così sembrerebbe una cosa fuori da ogni logica, conoscendo la storia del club rossonero e dell’ex fenomeno italiano degli anni ‘60-’70, ma è così. La bandiera rossonera, intervistata da ‘La Repubblica’, ha annunciato la volontà di portare il Milan davanti alla Corte di Giustizia Europea per i diritti umani per sfruttamento indebito del suo nome e della sua immagine.
Il problema nasce dall’esposizione al Museo di San Siro di alcuni cimeli come maglie storiche e scarpini del vincitore del Pallone d’Oro 1969 – secondo River sono falsi – oltre a oggetti per il quale non avrebbe dato il suo via libera.
“Non ce l’ho col Milan ma con chi lucra sulla mia immagine da anni, senza chiedere il permesso. L’ho scoperto per caso e ho scoperto che la gente paga pure il biglietto. Lo ritengo uno sfruttamento d’immagine indebito, mi rivolgerò alla Corte di Giustizia europea”, ha detto Rivera. La causa va avanti da tempo, con la sentenza iniziale che aveva dato ragione a Rivera, mentre la Cassazione aveva ribaltato tutto.
“Fanno un sacco di soldi grazie a noi che non c’entriamo niente. Allo stadio c’è una mia bacheca con una maglia rossonera, che secondo me non è autentica e ci sono delle scarpe spacciate per mie: impossibile, alla fine di ogni annata le buttavo. C’è persino un busto che mi donò lo scultore Todeschini: l’avevo lasciato a Milanello, ma tutti sapevano che era mio. Scoprii che l’avevano esposto a San Siro perché un amico mi ha mandato delle foto”, ha concluso.