Svizzera, 16 novembre 2023

Cassis vuole vietare Hamas, ma Berset è contrario

Il Consigliere federale e direttore del DFAE Ignazio Cassis vuole che Hamas sia bandito e classificato come organizzazione terroristica. E questo, attraverso una legge speciale. Avrebbe presentato una proposta in tal senso al Consiglio federale, secondo quanto riportato “Tages-Anzeiger”. Il ministro degli Interni Alain Berset si sarebbe opposto a tale misura con un rapporto contrario.

Una legge speciale ridurrebbe l'iter legislativo ordinario. E Cassis crede chiaramente che sia necessario. Vuole quindi che il Consiglio federale sottoponga la legge d'emergenza al Parlamento. Se entrambe le Camere lo approvassero, il divieto di Hamas entrerebbe in vigore immediatamente. Un eventuale referendum potrebbe così essere evitato.

Con il divieto Ignazio Cassis intende agire contro possibili attività di Hamas in Svizzera. Sarebbe ad esempio possibile sanzionare il sostegno propagandistico a Hamas. In Svizzera, ricorda il “Tages-Anzeiger”, l’ISIS e Al-Qaida sono banditi, Hamas invece no perché la legge svizzera può vietare solo le organizzazioni proscritte anche dall'ONU. Ma per aggirare questo divieto, Cassis vuole varare una legge speciale.

All'inizio di ottobre il governo svizzero aveva già deciso di mettere al bando Hamasi. Ma ora Alain Berset si oppone, sostenendo che la messa al bando di Hamas costituirebbe un pericoloso precedente.

Il fatto che Cassis insista su una legge speciale è probabilmente dovuto all’enorme pressione politica. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, politici sia di sinistra che di destra hanno chiesto che la Svizzera classifichi l’organizzazione come terroristica. Anche la commissione di sicurezza del Consiglio nazionale ha preso questa decisione senza alcuna opposizione.
Interpellato dal “Tages-Anzeiger”, il professore di scienze politiche basilese Laurent Goetschel si oppone alla classificazione degli attori politici come organizzazioni terroristiche. Anche se commettono atrocità.

"Finora la Svizzera non ha tenuto volontariamente un elenco delle organizzazioni terroristiche, perché voleva riservarsi il diritto di parlare con tutti i potenziali attori dei conflitti", spiega Goetschel. Secondo lui sarebbe più saggio che la Svizzera resistesse alle pressioni politiche e spiegasse i principi della sua posizione, piuttosto che correre il rischio di essere poi considerata incoerente e parziale.

I servizi segreti svizzeri sottolineano che finora in Svizzera non vi è stata praticamente alcuna attività di Hamas. Le voci critiche ritengono quindi che non sia necessario adottare una legge di emergenza. Tuttavia, vi sono indicazioni secondo cui Hamas sarebbe stato finanziato anche dalla Svizzera. Il Ministero pubblico federale aveva già avviato indagini su questo caso prima dell'attacco di Hamas.

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