Mondo, 18 ottobre 2023

L'attentatore di Bruxelles era un clandestino sbarcato a Lampedusa nel 2011

L'uomo sospettato di aver ucciso due cittadini svedesi durante l'attentato di lunedì sera a Bruxelles è un tunisino residente illegalmente in Belgio. Secondo i media belgi, era noto alla polizia, ma non figurava nell'elenco dei radicalizzati.

Il 45enne tunisino era noto alla polizia per atti di "traffico di esseri umani, soggiorno illegale e pericolo per la sicurezza dello Stato", ha dichiarato il ministro della Giustizia Vincent Van Quickenborne. Il ministro non ha fornito il suo nome, ma è stato presentato dai media come Abdesalem L.



Van Quickenborne ha indicato che nel luglio 2016 "un ​​servizio di polizia straniero ha trasmesso informazioni non confermate, secondo le quali l'uomo aveva un profilo radicalizzato e voleva partire per una zona di conflitto per la jihad". Ha sottolineato che all'epoca, poco dopo gli attentati del 22 marzo 2016 che provocarono 35 morti all'aeroporto di Zaventem e nella metropolitana di Bruxelles, "questo tipo di informazioni e notifiche erano legioni". Il ministro ha aggiunto che i servizi belgi hanno effettuato una verifica di queste informazioni, ma che non è stata intrapresa alcuna azione, senza ulteriori dettagli.

Il 45enne è arrivato a Lampedusa nel 2011 e, dopo una permanenza in Italia, è andato in Svezia, da dove sarebbe stato espulso. Tornato in Italia, nel 2016 era stato identificato a Bologna dalla polizia come radicalizzato per aver espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere. In seguito è andato in Belgio. Non si esclude che ieri abbia colpito proprio due svedesi per il malcontento che provava verso il Paese da cui era stato espulso.

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