LUGANO – Secondo weekend di campionato e primo fine settimana da 0 punti per il Lugano. Per carità, non c’è bisogno di far risuonare nessun’allarme, ma che ai bianconeri stia mancando qualcosa – specie da parte di Granlund e Ruotsalainen, solo per citarne un paio – è abbastanza palese. Chiaro, per l’HCL potremmo fare lo spesso discorso espresso per l’FC Lugano, ovvero che quando metti in pista tanti e diversi giovani devi mettere in preventivo di poter mancare di esperienza e di perdere qualche punto anche banale a destra e sinistra, ma è anche vero che i veterani dovrebbero intervenire proprio in questo momento. E invece… e invece calma piatta.
A guardare l’andamento dei due match del weekend del Lugano, sconfitta per 1-4 a Losanna e per 2-4 contro i Lions, si potrebbe immaginare che l’andamento sia stato simile, ma in realtà sebbene in entrambe le occasioni siano stati i bianconeri a trovare il vantaggio a inizio partita, in terra vodese Arcobello e compagni avrebbero meritato di più. Se non altro per il primo tempo giocato decisamente meglio dei propri rivali, anche se poi con l’andare della partita il Losanna è stato in grado di risalire, non solo nel risultato, quanto nel gioco e nella pericolosità di manovra.
Ieri, invece, già prima dell’immediato 1-0 proprio di Arcobello, lo Zurigo aveva messo in chiaro le cose e di conseguenza neanche lo svantaggio iniziale ha scalfito le sue sicurezze. I Lions praticamente non hanno fatto mai vedere il disco al Lugano – a fine partita Gianinazzi ha parlato di “eccesso di rispetto”… boh, sarà – e hanno fatto quello che volevano contro una squadra che in fase di non possesso è sembrata completamente slegata, tanto da subire anche la prima rete stagionale in boxplay.
È vero che Ruotsalainen, Joly e Morini hanno avuto sul bastone buone occasioni per fare breccia dalle parti di Zumbühl, ma è altrettanto vero che i tigurini hanno fatto il buono e il cattivo tempo sotto le volte della Cornèr Arena, portando a casa 3 punti meritatissimi e dominati, mai messi in discussione sull’arco dei 60’.
Saremo ripetitivi, ma anche dall’altro lato di Via Sonvico c’è tanto da fare e da lavorare, perché se il potenziale è e resta da primi sei posti, resta comunque la necessità di trasformare le tante belle parole in fatti.