La Confederazione intende avviare una vasta “trasformazione del sistema alimentare” per attuare la sua strategia climatica. L'obiettivo è che le persone mangino meno carne e più verdure. Per gli agricoltori sono quindi necessarie modifiche sostanziali. Dovranno allevare meno animali e coltivare più verdure. “La produzione si adatta in modo che i terreni siano utilizzati principalmente per il consumo umano diretto”, indica documento che dovrebbe essere pubblicato a settembre e che la "NZZ am Sonntag" ha pubblicato domenica.
Tra le misure, un adeguamento dei sussidi e dei dazi doganali sulle importazioni dovrà rendere più economici gli alimenti vegetali e più costosa la carne. In altre parole, la carne bovina americana importata e gli asparagi peruviani diventerebbero più costosi, mentre le verdure biologiche dei paesi vicini sarebbero meno costose.
La Strategia climatica per l'agricoltura, che comprende 50 misure, prevede che entro il 2050 almeno un terzo della popolazione svizzera mangerà secondo la piramide alimentare, ossia privilegiando le verdure. L'Unione svizzera dei contadini (USP) è molto critica. "Non vogliamo una rieducazione statale", afferma il direttore dell'USP Martin Rufer. Per le associazioni ambientaliste il piano non va abbastanza lontano. Per Marcel Liner, di Pro Natura, la trasformazione è troppo lenta: "Non possiamo più aspettare".