MASSAGNO – I propositi erano tutti buoni, se non ottimi. Il sogno di vincere tutto, il desiderio di salire sul tetto svizzero circolava nella mente di molti. La speranza di trionfare sia in Coppa di Lega, che in Coppa Svizzera e, soprattutto, in campionato si era trasformata in un obiettivo nel gruppo guidato da coach Gubitosa e diretto dal presidente Regazzi. E a dirla tutta, dopo il trionfo nella Coppa della Lega, in tanti avevano e avevamo fatto più di un pensierino a un treble che sarebbe stato indimenticabile. Però poi la finale di Coppa Svizzera, persa con l’Olympic Friborgo aveva riportato un po’ tutti sulla terra, aveva fatto capire che i campioni svizzeri in carica potevano contare su rotazioni più profonde e su di un’esperienza che alla fine può sempre fare la differenza… ma in ogni caso c’era l’obiettivo più grande ancora alla portata: la vittoria del titolo svizzero. La serie di finale, però, ha chiarito che per raggiungere la formazione burgunda c’è ancora strada da fare.
Il sogno della Spinelli Massagno si è interrotto martedì sera in casa del Friborgo – sempre loro! – ma, in realtà, le vere speranze si erano spente nei minuti finali di gara-2, quella vinta dalla SAM all’ultimo secondo tra le mura di Nosedo, quando la formazione ticinese ha perso per infortunio Williams. Una rinuncia troppo grande per poter davvero pensare di reggere l’urto della formazione di coach Aleksic che, superiore nell’energia, ha potuto contare anche dell’apporto dei ticinesi Kovac e Solcà, risultati decisivi in gara-4.
Ma Massagno merita tutti gli applausi e gli elogi possibili ed immaginabili, perché ha provato comunque a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ha provato comunque a scalare una montagna troppo alta per tutti, ha cercato di scappare via nella prima metà della sfida decisiva, arrivando anche a +15, per poi andare alla pausa lunga sul +10, ma poi ha pagato dazio, subendo la rimonta di un Olympic che, non a caso, ha potuto festeggiare il suo quinto titolo consecutivo.