GINEVRA – Sarà YB-Lugano la finale di Coppa Svizzera. Saranno ancora i bianconeri a giocarsi la coppa nazionale, bissando la qualificazione ottenuta lo scorso anno (con tanto di successo) e conquistando il loro terzo atto conclusivo negli ultimi 7 anni (dopo quello perso nel 2016 contro lo Zurigo). Quella del Lugano di ieri sera è stata una mezza impresa, perché andare a vincere sul campo del Servette di questi tempi è davvero complicato (in campionato nello scorso weekend ci ha perso anche l’intrattabile YB!), anche se solo ai rigori.
Dopo l’inizio da incubo, con tanto di rete subita da Kutesa, e con i ginevrini capaci di arrivare dalle parti di Osigwe da ogni dove, il Lugano come per magia ha fatto centro nelle uniche due occasioni avute, sempre con Aliseda, sempre con giocate di fino, sempre con gol di grande qualità, sempre grazie a un primo controllo da favola.
Il vantaggio ha dato forza e fiducia mentale ai ragazzi di Croci-Torti che hanno iniziato a sacrificarsi sempre più in fase difensiva, dimenticandosi però di chiudere la contesa fin dai primi minuti della seconda frazione, quando Steffen, Celar e Aliseda non hanno trasformato in rete le loro limpide occasioni avute. Quando ormai i giochi sembravano fatti, anche se i padroni di casa avevano ripreso l’inerzia della sfida, ecco la rete di Crivelli che a pochi secondi dalla fine del recupero (come successo anche lo scorso anno) ha mandato tutti al supplementare dove la più grande occasione è capitata sui piedi di Pflucke che ha costretto a Osigwe agli straordinari. Non c’è stato nulla da fare e così, proprio come 12 mesi fa, la semifinale del Lugano si è decisa ai calci di rigore.
Ancora una volta, come contro il Lucerna, i tiri dagli 11 metri hanno premiato un gruppo, quello bianconero, caparbio che ha sfruttato l’unico errore, quello di Mbabu, che ha preceduto la trasformazione definitiva di capitan Sabbatini che ha regalato al CEO, Martin Blaser presente sulle tribune dello Stade de Geneve, la seconda finale di Coppa Svizzera consecutiva.
Il sogno continua e allora Lugano, non ti fermare!