Opinioni, 16 marzo 2023

Generazione "Z"

Dobbiamo ammettere che i quindicenni di oggi non sono i quindicenni di qualche generazione fa. Non intendo addentrarmi in questioni di cosa sia meglio o peggio: sono solo diversi.

Sto parlando di quella cosiddetta Generazione “Z” che noi, più “maturi”, molte volte giudichiamo iperconnessi in senso negativo, e che di fatto è la prima nata dopo l’avvento del web e quando una sorta di rivoluzione nel settore dell’elettronica di consumo era stata già compiuta. Questo ha fatto sì che rispetto alle generazioni precedenti, acquisissero una visione molto più ampia del mondo, un mondo aperto, multiculturale e senza confini, e diventassero decisamente più informati, più consapevoli di ciò che li circonda, e benché qualcuno possa dissentire, anche di ciò che vogliono.
 
Di fatto sono cresciuti con una percezione globale differente sulla propria pelle, dalle precedenti generazioni, circa gli andamenti altalenanti di crisi economica o di temporanei impulsi positivi o anche più semplicemente, di un diverso sistema comunicativo.


Sono quindi giovani in grado di esprimersi per poter formulare scelte mirate riguardo al loro futuro e sul percorso lavorativo che intendono perseguire; talvolta però dall’altro capo, non trovano un supporto che ascolti attivamente le loro ambizioni, che accolga la loro visione del mondo e del loro futuro verso una strada che possa coniugare le loro aspirazioni e talenti con la realtà che troveranno fuori dalle porte della scuola. I servizi di orientamento oggi fanno un grande lavoro, ma trovo che si possa fare ancora meglio.

Lo sforzo deve essere nostro nel comprenderli, visto che gli strumenti globali di vita che gli abbiamo dato sono responsabilità nostra!  

Quello che io vedo è la possibilità di creare un vero e proprio incontro tra alunni e mondo del lavoro già all’interno del reparto scolastico, che dia loro una prospettiva realistica (oltre i 3 giorni di stage di orientamento, che a parer mio non sono sufficienti) delle molteplici attività che si possono svolgere, di cosa comporta una professione piuttosto che un’altra, supportati dalla consapevolezza di ciò di cui effettivamente le imprese del nostro Territorio hanno bisogno.

Le aziende devono poter partecipare attivamente all’orientamento per dare reali opportunità nel mercato locale, evitando di far intraprendere al giovane un percorso per il quale c’è saturazione o al contrario, assenza di opportunità, spingendoli così a partire e lasciare il Ticino.

Ho già espresso la mia posizione in merito: collaborazione, dialogo e interazione.
L’ orientamento scolastico e il comparto imprenditoriale dovrebbero agire insieme a questo scopo, supportati da misure ed incentivi pensati ad hoc dalle istituzioni politiche, per facilitare il processo di crescita e maturazione dei nostri giovani e promettenti talenti, per non farli fuggire e per non dover allora far capo in maniera sempre più copiosa ed incontrollata a risorse esterne, e mettendo così un freno ad un vortice rovinoso di impoverimento sociale ed economico del nostro Cantone.

Giovanni Boccardo 
Candidato 25 
Lista 13

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