Sport, 07 marzo 2023

Ginevra, Bienne e Lakers le migliori di regular season

Le pagelle alle 14 squadre. Troppi alti e bassi per le squadre ticinesi

LUGANO - Se guardiamo ai pronostici del nostro giornale (Ginevra terzo, Bienne ottavo e Lakers undicesimo!) e li confrontiamo con l’esito della regular season terminata ieri sera, ci scappa da ridere… In sostanza: la redazione ha fatto cilecca, soprattutto per quanto concerne i seelandesi e gli zurighesi, che sono andati ben oltre le previsioni dello scorso 11 settembre classificandosi nelle primissime posizioni. Un risultato che la dice lunga: mai come in questa stagione l’equilibrio è regnato sovrano e le tre squadre summenzionate sono state quelle che meglio hanno interpretato il campionato, forti fra l’altro di un pacchetto stranieri assolutamente di lusso. In particolare quello ginevrino. Se pensiamo a Omark, Tömmernes, Winnik, Filppula e Hartikainen, ci vengono i brividi.


E le grandi favorite Zugo e Zurigo? Non hanno avuto il rendimento atteso ma siamo convinti che nella corsa al titolo saranno lì a dar fastidio a tutte. E le squadre ticinesi? Troppi alti e bassi, come abbiamo scritto qui sotto nelle nostre pagelle alla regular season.


BIENNE: 5.5.
Era da una vita che la squadra bernese non arrivava così in alto. E chissà che a 40 anni giusti dal suo ultimo titolo nazionale (1983) il Bienne non riesca nell’impresa di stravolgere i pronostici della vigilia. Un pacchetto straniero di qualità (compreso il portiere finlandese Sateri) e la continuità di rendimento da settembre ad oggi sono le chiavi del successo. Ma adesso viene il difficile: riusciranno Brunner e soci ad arrivare in fondo?


SERVETTE: 5.5.
È stata una stagione al di sopra delle aspettative quella dei ginevrini. Le aquile erano date tra le squadre più accreditate, ma il piazzamento è comunque ammirevole. Trascinato da quello che è probabilmente il miglior pacchetto stranieri della lega (Tömmernes a tutta pista, Filippula superlativo, Omark geniale, Hartikainen macchina da goal, Winnik costante), il gruppo granata ha dimostrato una continuità impressionante. Bene il tecnico Cadieux.


RAPPERSWIL: 5+
Il Rapperswil si conferma una squadra performante. Qui più che gli stranieri, è l’insieme della compagine, la sua costanza e il suo equilibrio, ad averla portata così in alto nella classifica. Certo Tayler Moy è stato uno dei trasferimenti più azzeccati degli ultimi anni e Roman Cervenka è come il vino: più invecchia, più migliora. Sono perô la competitività di ogni linea, la solidità del portiere, la capacità dello staff tecnico nel valorizzare al massimo i singoli gli atout vincenti. 



ZURIGO: 4.5.
Con lo Zugo era la squadra favoritissima al titolo. E non solo per una rosa dalla qualità difficilmente riscontrabile altrove ma anche per la voglia di riscattare la beffa della finale dello scorso anno, persa dai Tori dopo aver condotto 3-0 nella serie. Non tutto però è andato liscio, tanto che il tecnico Rikard Grönborg è stato silurato in corsa per far posto ad una vecchia conoscenza, Marc Crawford. Le cose non è che siano granchè migliorate. Ma i Lions restano una delle squadre da battere.


DAVOS: 4.5.
I grigionesi – squadra attrezzata in ogni reparto intendiamoci – hanno dovuto affrontare più di un momento tribolato. Alcuni infortuni importanti (Fora, Nygren e Bristedt ad esempio), e l’allontanamento dell’allenatore Christian Wohlwend, avrebbero potuto azzoppare il Davos e portarlo in una situazione in classifica meno confortante. E invece grazie al rendimento delle sue “certezze” (Ambühl, Corvi, Stranski e Fora) si è qualificato senza troppi problemi per i play of.


ZUGO: 4.
I campioni in carica finora non hanno convinto, esprimendosi sempre un po’ sottotono e non trovando mai la giusta continuità. Come attenuante vanno loro riconosciuti infortuni importanti, quelli di Hansson e Hofmann su tutti, ma la rosa profonda e di qualità avrebbe dovuto permettere allo Zugo di fare comunque meglio. Hanno deluso quasi tutti gli stranieri e anche alcuni svizzeri (Genoni in primis) possono fare sicuramente meglio.


FRIBORGO: 4.
Malgrado una rosa vecchia (secondo alcuni bollita) e qualche incomprensione fra coach Dubé e i senatori, i burgundi sono riusciti a stare a lungo nel gruppo delle migliori. Poi nella seconda parte di regular season hanno dovuto fare i conti con gli infortuni ed hanno perso qualche colpo. Il Friborgo, che ha investito parecchio, non ha mai vinto il titolo: per giocatori navigati e a fine carriera come Sprunger e Diaz questa è l’ultima chance.


LOSANNA: 3.
In pieno caos tecnico-tattico, la squadra vodese ha vivacchiato sino a gennaio quando, con l’acqua alla gola, ha cominciato a vincere, inanellando una serie di 8 vittorie su 13 incontri. Serie che le ha permesso di tornare in corsa per i pre-playoff ma alla fine non ce l’ha fatta. Il giudizio globale è dunque negativo, visto i soldi spesi dalla società per allestire una squadra in grado di lottare per il titolo. La qualità non si discute ma l’impressione è che il Losanna sia una squadra senza identità.


BERNA: 4--.
Dopo il titolo vinto nel 2019, la squadra della Capitale non ne ha più azzeccata una. Nel bel mezzo della girandola di tecnici (anche quest’anno c’è stata l’ennesima sostituzione: da Lündskog a Soderholm), il Berna non è mai stato di cambiare passo e sino all’ultimo ha dovuto lottare per i pre-playoff. Nonostante una buona rosa e l’ottima qualità degli stranieri (il partente Di Domenico su tutti), gli Orsi hanno denotato carenze mentali da compagine che lotta per la salvezza.


LUGANO: 4--
Inaffidabile, malato cronico, squadra di folli: sono alcune delle definizioni che abbiamo affibbiato alla discontinua compagine bianconera, che solo nell’ultima settimana di regular season ha saputo strappare la qualificazione ai pre-playoff dopo aver fallito il passaggio diretto ai playoff. Il licenziamento di Mc Sorley per far spazio al giovane Gianinazzi ha pagato anche se ci sono ancora troppi dubbi sulla squadra.


KLOTEN: 4.5.
Chi avrebbe mai detto che gli aviatori – da neopromossi – se la sarebbero giocata con Berna, Losanna, Ambrì e Lugano per un accesso ai pre-playoff. Grazie a degli stranieri capaci di fare la differenza e soprattutto a Tomlinson che ha dato struttura e organizzazione di gioco a ogni reparto, il Kloten è stata una delle sorprese in positivo del campionato. Meglio – molto meglio – di Ajoe, Langnau, Ambrì, Losanna e Lugano se teniamo conto del potenziale.


AMBRÌ: 3.5
L’obiettivo erano i pre-playoff e i pre-playoff non sono stati raggiunti. Con questa  rosa, con stranieri di talento nettamente migliori di quelli dello scorso anno (i titolari sono tutti imports dall’ottimo rendimento), con Juvonen in porta fin dall’inizio, andare in vacanza già ora è davvero una delusione. Certo la concorrenza è agguerrita, ma la stagione della squadra leventinese è da considerare negativa. Domanda: cosa farà ora Luca Cereda?


LANGNAU: 3.5.
Sino alla sconfitta interna nel derby contro il Berna, la squadra di Paterlini ci ha creduto. Poi però ha dovuto abbandonare ogni velleità, anche e soprattutto per una rosa di scarsa qualità, stranieri esclusi. A lungo comunque i tigrotti sono rimasti aggrappati al decimo posto. Ora dovranno cambiare obiettivo. Da settimana prossima affronteranno l’Ajoie nel playout. Non sarà una passeggiata, anche se il Langnau resta favorito. E se andasse male? Beh, ci sarebbe lo spareggio con la prima di Swiss League. Non malissimo.


AJOIE: 4-. 
Ultimo posto per i giurassiani, ma è un ultimo posto dal sapore diverso rispetto alla prima stagione. L’Ajoie – benché si ritrovi col peggior attacco e la peggior difesa del campionato per reti fatte e subite - ha saputo giocarsela e ha messo il bastone tra le ruote a varie squadre. (L'Ambrì ne sa qualcosa). Insomma, non è più stata la squadra materasso del campionato. Beneficiando dell'aumento degli stranieri, ha potuto schierare due linee competitive.

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