Ticino, 13 febbraio 2023

Boris Bignasca: “Il Nano è il mio esempio”

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Intervista a Boris Bignasca in vista delle Cantonali del 2 aprile

Boris Bignasca, classe 1986 e tanta politica sulle spalle. Si è messo in gioco per le prossime elezioni cantonali di aprile. Come tutti ormai sapete, correrà per un posto nel Consiglio di Stato. Lo abbiamo incontrato per parlare del futuro della Lega dei ticinesi, ma anche per scoprire qualche suo lato un po’ più personale.

 

Signor Bignasca, come vede oggi il nostro Cantone nel contesto politico elvetico e quale ruolo può avere nei prossimi anni?

La sensazione – confermata anche dai numeri – è che la Svizzera stia andando avanti e che invece il Ticino prosegua a rilento. Il nostro Cantone è stato sacrificato sull’altare della libera circolazione, le cui conseguenze per il nostro tessuto economico sono evidenti. Le compensazioni intercantonali per il Ticino che è sottoposto a questa pressione continua sono state e rimangono totalmente assenti. Dalla Confederazione i contributi in termini di perequazione finanziaria sono briciole, rispetto a quanto prendono altri cantoni. Nessun settore economico di punta è ancora riuscito a farci recuperare il terreno perso nel campo finanziario. E in tutta questa situazione le PMI e i cittadini arrancano sotto l’eccessiva burocrazia e le troppe imposte. L’unica amara consolazione è che altri paesi europei non stanno certo meglio di noi.

 

Quali sono le motivazioni che l’hanno portata a candidarsi e quali sono i temi a lei più cari a livello cantonale?

..

Nel 2007 ho deciso di candidarmi in un momento delicato della LEGA. I sondaggi, infatti, davano a rischio il seggio di Borradori (poi brillantemente rieletto, e non per merito del mio irrilevante sostegno). Ora nel 2023 è avvenuto un processo decisionale molto simile, la LEGA mi ha proposto (tramite il consiglio esecutivo prima e poi l’assemblea) di fare un passo ulteriore oltre al Gran Consiglio e al ruolo di Capogruppo che svolgo da inizio 2021. Con lo stesso spirito di servizio di sedici anni fa, ho accettato dunque di mettermi in lista per il Consiglio di Stato per dare una mano a questo movimento a cui tengo molto.

In qualsiasi ruolo i cittadini mi vorranno assegnare con il loro sostegno, continuerò ad impegnarmi a favore di un Ticino che sia pragmatico, un Ticino che ascolti il ceto medio, un Ticino dove lo Stato non ostacoli i cittadini nel fare impresa, un Ticino dove le tasse non continuino ad aumentare e anzi comincino a diminuire.

 

Chi è il suo modello politico di riferimento? Chi l’ha ispirata negli anni?

Domanda troppo facile: mio padre Giuliano Bignasca.

 

Cosa le piace di più del Ticino e cosa di  meno? 

Del Ticino mi piace la cultura, la storia, il paesaggio e la creatività. Non mi piace invece una certa mentalità statalista. Sembra che per risolvere un problema (vero o presunto) sia sempre necessario fare una legge o creare un ufficio statale. Io credo, invece, e con me molti ticinesi spero, che per risolvere i problemi sia importante lasciar fare a cittadini, associazioni e piccoli imprenditori, che giornalmente si adoperano con tenacia ed intelligenza per andare avanti.

 

Qual è il libro che vorrebbe sul comodino?

Difficile sceglierne uno. Magari ne metto tre: Yuval Noah Harari per la storia e la filosofia, Ken Follett per i romanzi storici e Alessandro Barbero per la capacità nella divulgazione.

 

Si descriva con tre aggettivi. .

Tenace (forse caparbio a volte), organizzato e curioso.

 

Le regalano la lampada di Aladino: i primi 3 desideri che le vengono in mente? 

Credo che la lampada di Aladino non esista e che soprattutto in politica per ottenere anche piccoli risultati sia necessario moltissimo lavoro e spesso molto tempo.

 

Quali sono gli insegnamenti politici che le ha trasmesso suo padre? 

Il primo insegnamento non si può trasmettere o imitare. La sua capacità di ascoltare la gente, intuire l’andamento e l’evoluzione delle cose, insomma l’intuito. Il secondo insegnamento riguarda la voglia di realizzare progetti (che fossero privati, ma soprattutto pubblici). Ricordo la tenacia con cui ha difeso la nuova Foce del Cassarate, che è ora un’attrazione per luganesi e turisti. Oltre a questo progetto elencherei anche il suo grande contributo per la creazione dell’USI, per lo Skate-park di Cornaredo, per il nuovo porto comunale a Lugano, per l’abolizione delle imposte di successione e per la tredicesima AVS. E tanto altro.

 

TiSin, errore di valutazione o…? 

La mia idea di TiSin era quella di creare un’alternativa ai sindacati storici che godono da decenni in questo paese di un duopolio. Un’alternativa che fosse indirizzata ai lavoratori residenti. In seno al comitato di questa start-up, però, sempre più spesso venivano fatte operazioni tese non tanto a questo scopo, ma che avevano l’obiettivo di far fuori vecchie ruggini tra sindacalisti. Ho provato per diversi mesi a cambiare rotta dall’interno, ma quando questo non è stato più possibile, ho deciso di lasciare questa start-up, che ora è portata avanti dall’unico membro fondatore rimasto.

 

Nel suo sangue scorre la Lega degli albori: cosa si aspetta da queste elezioni? 

Vorremmo conservare i risultati di quattro anni fa, per continuare nel nostro impegno di difendere questo Cantone.

 

La Lega dei Ticinesi reggerà agli attacchi degli avversari?

Dovremo continuare a raccontare alla gente quello che è stato fatto, grazie al loro sostegno: blocco dell’adesione allo spazio economico europeo (1992), creazione dell’Università della Svizzera Italiana (1996), divieto della costruzione di minareti (2009), espulsione dei criminali stranieri (2010), lotta ai posteggi selvaggi (2014), no ai crediti EXPO (2014), divieto di burqa in Ticino (2016), introduzione dell’ora di civica a scuola (2017), calo degli apprendisti frontalieri (2019), abolizione del vitalizio per i Consiglieri di Stato (2020), capillarità e aumento del trasporto pubblico (2021), diminuzione delle imposte di circolazione (2022), introduzione della deduzione fiscale della cassa malati per i figli (2022), risanamento fonico delle strade (2022). Se passerà il messaggio di quello che ci siamo impegnati a fare e di quello che cercheremo di fare in futuro, credo che potremo contare sulla fiducia dei cittadini.

*Dal MDD (intervista di Mauro Botti)

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